L’effetto Brexit spinge il Bordeaux d’annata
Quello dei vini da collezione non sarà stato tra i principali mercati oggetto delle analisi sulle conseguenze della Brexit, ma chi investe in questo settore di nicchia un effetto l’ha notato, eccome. A risentire dell’addio alla Ue della Gran Bretagna è stato soprattutto il Bordeaux, nonostante sia una delle bandiere della Francia. Ciò è accaduto perché i grandi produttori come Château Lafite Rothschild o Margaux hanno nel Regno Unito il primo mercato d’esportazione tanto da avere i vini quotati in sterline. Con la conseguenza di vedere i prezzi svalutarsi del 10% a seguito del calo della valuta britannica. Un innegabile vantaggio per i compratori internazionali. Ma l’aiuto del cambio più facile — sottolineava ieri il Financial Times — ha spinto al rialzo le vendite ai massimi dagli ultimi cinque anni (grazie comunque anche al ritorno dei ricchi compratori cinesi), dando così una spinta alle stesse valutazioni dei vini: l’indice dei 250 maggiori Bordeaux curato da BI, la principale piattaforma di compravendita di vini d’annata, è cresciuto del 15% da gennaio, facendo meglio dell’indice Ftse100 del London Stock Exchange (+6%). Un cambiamento di rotta significativo, evidenziano gli esperti, che arriva dopo una stagnazione dei prezzi durata oltre tre anni e mezzo, anche a causa della stretta sull’ostentazione dei beni di lusso imposta dalla Cina.