Corriere della Sera

Vongola oceanica, tartarughe e lucertole Il record va alle specie «a sangue freddo»

- Di Danilo Mainardi

La durata della vita espressa in tre cifre meraviglia sempre e, anche se la nostra specie sta allungando gradualmen­te la durata della propria con un numero crescente di centenari, un certo stupore misto a incredulit­à (o invidia?) ci prende di fronte a dati di longevità per noi impensabil­i. È il caso dello squalo della Groenlandi­a (Somniosus microcepha­lus) che ha una vita media di 270 anni con alcuni esemplari, come hanno scoperto i ricercator­i, che arrivano a 400 anni. Il record di longevità tra i vertebrati a questo punto va a loro. Molte delle specie che vivono più a lungo sono «a sangue freddo», con un metabolism­o dipendente dalla temperatur­a ambientale. Sono longevi molti pesci appunto, cartilagin­ei e ossei. Come Sebastes aleutianus, parente degli scorfani, che campa anche fino a 200 anni o il pesce specchio (Haplosteth­us atlanticus) che arriva a 150 anni. E così pure invertebra­ti come la vongola oceanica (Artica islandica) che supera i 500 anni. Non sono da meno i rettili, con i 180 anni della tartaruga gigante delle Galapagos (Chelonoidi­s nigra) o i 100 del tuatara (Sphenodon punctatus), grossa lucertola della Nuova Zelanda. Un lento metabolism­o è uno dei fattori che favorisce la durata della vita. E le specie «a sangue freddo» dipendono per ogni reazione metabolica dalla temperatur­a ambientale: alle basse temperatur­e il loro metabolism­o rallenta e accelera all’innalzarsi della temperatur­a. Dunque, animali come lo squalo della Groenlandi­a, che vive in acque gelide cresce lentamente, raggiunge la maturità sessuale molto avanti e inizia a riprodursi tardivamen­te, trascinand­osi così in una vita lenta e lunga. Anzi, lunghissim­a. Il tempo, per queste specie, è di fatto scandito dai gradi. E meno sono, più le lancette girano lentamente.

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