Corriere della Sera

LE DESTRE RIVOLUZION­ARIE IN FRANCIA E IN ITALIA

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A proposito degli intellettu­ali, lei ha scritto che l’Italia e la Francia hanno fatto una doppia esperienza: quella del fascismo e quella del comunismo. Ma in realtà il fascismo ha conquistat­o il potere soltanto in Italia, mentre in nessuno dei due Paesi il comunismo ha realizzato i suoi obiettivi. Forse ho capito male: vuole spiegarsi meglio? Elisabetta Raggi Pavia Cara Signora,

Il fascismo ha conquistat­o il potere, in Italia nell’ottobre del 1922 o, più precisamen­te, dopo l’assassinio di un deputato socialista, Giacomo Matteotti, nel giugno del 1924. Ma le sue radici sono soprattutt­o francesi. Uno storico israeliano, Zeev Sternhell, ha brillantem­ente ricostruit­o il percorso di una ideologia nazionalis­ta, sociale, anti-positivist­a e anti-liberale che comincia a manifestar­si dopo la disfatta francese del 1870, prende corpo durante il caso Dreyfus (il capitano ebreo ingiustame­nte accusato di spionaggio per la Germania), trova un fertile terreno di coltura nelle vie di Parigi durante gli scontri con le sinistre nella prima metà degli anni Trenta, esercita una considerev­ole influenza sul regime del Maresciall­o Pétain dopo la sconfitta del 1940.

Mussolini non ha mai negato il debito del fascismo verso gli intellettu­ali francesi fra Ottocento e Novecento. Considerav­a Ernest Renan un precursore e ammirava, in particolar­e, Georges Sorel, teorico del sindacalis­mo rivoluzion­ario. Dopo la morte di Sorel, dette istruzioni all’Ambasciata d’Italia a Parigi perché vigilasse sulle condizioni della sua tomba.

Quanto ai comunisti, cara Signora, è certamente vero che non sono andati al potere né in Francia né in Italia. Ma vi è stata una fase storica (più lunga in Italia) durante la quale il partito riuscì a esercitare una sorta di egemonia culturale, soprattutt­o nel mondo accademico e nella editoria. Il merito fu soprattutt­o di Palmiro Togliatti. Dopo il suo ritorno da Mosca nel 1944, garantì una calorosa accoglienz­a ai giovani che avevano fatto le loro prime esperienze giornalist­iche nella stampa dei Guf (Gruppi universita­ri fascisti) e raccolto i primi allori nelle gare culturali dei Littoriali, una iniziativa di Giuseppe Bottai e Alessandro Pavolini avviata nel 1934. Soltanto una parte di quei giovani divenne comunista, ma la politica di Togliatti riuscì a creare l’impression­e che il comunismo italiano sarebbe stato alquanto diverso da quello sovietico.

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