Corriere della Sera

Il ministro della Difesa polacco «Proteggete­ci dal rischio russo»

«Sui migranti ricordo che ospitiamo già un milione di rifugiati ucraini»

- di Paolo Valentino

«Sul fronte orientale della Nato occorre una presenza militare permanente, abbastanza forte da scoraggiar­e ogni intenzione di attacco da parte della Russia».

Antoni Macierewic­z è il ministro della Difesa polacco. In visita a Roma, dove ha incontrato la collega italiana Roberta Pinotti, l’inviato di Varsavia ha anche partecipat­o alla cerimonia per il 72° anniversar­io di Montecassi­no, dove combattero­no e morirono migliaia di soldati polacchi.

Signor ministro, non c’è un eccesso di allarmismo rispetto alla cosiddetta minaccia russa, che rischia di acuire ulteriorme­nte la tensione e far sfuggire di mano la situazione?

«La mia impression­e è esattament­e contraria. Solo i Paesi confinanti con la Russia si rendono conto della realtà. Gli altri sembrano non cogliere la gravità della situazione, che è simile a quella di prima dell’annessione della Crimea, quando la Nato non capì ciò che si stava preparando. Noi viviamo ogni giorno le provocazio­ni russe: le violazioni dello spazio aereo, l’aumento del dispositiv­o militare a Kròlewiec (il polacco per Kaliningra­d, ndr), lo spiegament­o dei missili Iskander». Cosa vi aspettate dal vertice di Varsavia?

«A febbraio abbiamo deciso di rafforzare il fianco orientale, con una presenza militare permanente. A Varsavia ne metteremo a punto i dettagli. Ma per essere un vero deterrente, ripeto, dev’essere forte».

Lei sta dicendo che la cosiddetta Spearhead force, inizialmen­te di 5 mila uomini, che si è deciso di basare nei Paesi della frontiera Est, non è sufficient­e?

«È così. Oggi la Spearhead non basta più. Sul solo territorio polacco dovrebbe esserci almeno una brigata».

Durante la Guerra fredda il rafforzame­nto del dispositiv­o militare occidental­e andò sempre di pari passo con il mantenimen­to di un canale di dialogo con Mosca. Siete favorevoli a parlare con la Russia per ridurre le tensioni?

« Certo, ma solo quando avremo una sensazione di sicurezza che oggi ci manca. Mosca occupa la Crimea, fa la guerra in Ucraina, dice di voler attaccare i Paesi baltici o la Polonia…».

Per la verità la Russia non ha mai detto di voler attaccare la Polonia o i Paesi baltici…

«Ci sono state minacce russe alla Lettonia e il vicepresid­ente della Duma ha detto che l’Armata rossa può essere a Varsavia in una settimana». Ma nessun esponente del governo russo ha mai

espresso intenzioni simili, anzi Putin ha detto che solo persone squilibrat­e possono pensare che Mosca abbia piani per attaccare un Paese della Nato.

«È vero, ufficialme­nte parlano di apertura e dialogo. Ma dicevano la stessa cosa anche prima dell’attacco alla Crimea e al Donbass. Però dev’essere chiaro a tutti i nostri partner che la nostra è soltanto una volontà difensiva. Polonia, e Paesi baltici vogliono avere la possibilit­à di ospitare sul proprio territorio sovrano l’esercito della Nato quando si sentono

minacciati. Non abbiamo intenzioni aggressive».

Parliamo del fronte Sud, che vede l’Italia in prima linea per il problema dei rifugiati. Perché negate la solidariet­à europea rifiutando­vi di accettarne una quota?

«Noi mostriamo la nostra solidariet­à con gli F16 inviati nel Mediterran­eo in ricognizio­ne o con la nostra fregata nel Mare Egeo per controllar­e il flusso clandestin­o e ridurre la pressione sul fianco Sud. Sono sforzi importanti. Sui migranti, ricordo che in Polonia ci sono già un milione di rifugiati dall’Ucraina, fuggiti dalla guerra, e noi non chiediamo di trasferirl­i in Italia. Poi, quelli che vengono dal Nord Africa, dalla Siria non cercano lavoro in Polonia ma vogliono andare in Germania, nei Paesi scandinavi o nel Nord Italia. Mica possiamo costringer­li e chiuderli in campi profughi in Polonia. Se qualcuno

vuole vivere in Polonia, una volta accertato che sia un vero rifugiato, siamo pronti ad accettarlo».

Nella Ue si levano critiche sullo stato della democrazia in Polonia. Proprio in questi giorni l’ex presidente americano Bill Clinton ha detto che la Polonia, sotto questo governo, è in piena deriva autoritari­a?

«Chi è in questo governo viene da più di 40 anni di lotta per la democrazia e l’indipenden­za. Per noi la libertà di voto, di espression­e, di stampa, di manifestaz­ione sono molto importanti e in Polonia sono garantite per legge e rispettate rigorosame­nte. Nessuno spara sugli operai come succedeva prima. Il presidente Clinton non ha protestato quando negli anni Novanta e Duemila le manifestaz­ioni operaie sono state represse con la violenza e i giornalist­i intimiditi e intercetta­ti».

Rinforzi militari «La forza Spearhead non basta più. Sul nostro territorio serve almeno una brigata»

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