Corriere della Sera

A Roma prima Raggi Corsa a tre per sfidarla Merola e de Magistris verso la riconferma

- Cesare Zapperi

Roberto Weber di Ixé mette in guardia: «Visto quel che è successo nell’ultimo mese, con inchieste che hanno coinvolto a vario titolo partiti e movimenti, basta un singolo episodio per far cambiare significat­ivamente i rapporti di forza». Con il tintinnar delle manette in sottofondo, anche gli esperti di sondaggi elettorali si fanno più cauti del solito. Un po’ perché scottati da flop del passato, un po’ perché almeno nelle principali città che andranno al voto il 5 giugno non emerge fin d’ora un vincitore sicuro. A Milano, come l’Ipsos di Pagnoncell­i, tutti gli istituti di ricerca danno Sala e Parisi testa a testa (punto più, punto meno). A Roma, invece, c’è di sicuro solo il piazzament­o in pole position della candidata M5S Virginia Raggi (avanti a tutti gli altri dai tre ai cinque punti). Poi se la giocano quasi alla pari Roberto Giachetti (Pd), Giorgia Meloni (FdILega) e Alfio Marchini (civica-Forza Italia). «Quest’ultimo ha qualche difficoltà — osserva Nicola Piepoli —. Quando chiama in causa Mussolini sorprende i moderati». D’accordo Weber: «A Roma c’è una forte componente prevalente­mente populista e anti-sistema». Qui, più che altrove, inchieste giudiziari­e e scelte del governo possono avere un’influenza sugli elettori. Raggi è favorita in tutte le ipotesi di ballottagg­io, ma la vittoria sarebbe più netta con Giachetti. «In tutti i casi in cui si verifica un ballottagg­io M5S-Pd, il primo vince quasi sicuro» sottolinea ancora Weber. Ed è per questo che a Torino, dove il sindaco uscente Piero Fassino (Pd) è visto in testa da tutti i sondaggi, si potrebbe verificare un clamoroso sorpasso al secondo turno ad opera di Chiara Appendino (M5S). «Improbabil­e perché il sindaco gode di appoggi fuori schieramen­to — ribatte Piepoli — ma non impossibil­e». Su Napoli e Bologna la partita pare più scontata. I sindaci uscenti Luigi de Magistris e Virginio Merola non passeranno al primo turno. Ma che perdano la poltrona non lo prevede nessuno.

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