Migranti, fermato il piano «Più tempo per i rimpatri»
Atene chiede uno stop al piano per i rimpatri dei migranti. Al rientro dal Consiglio di Bruxelles il premier greco Tsipras incontra ministri e consiglieri in una riunione d’emergenza per definire le misure di attuazione dell’accordo tra Unione Europea e Turchia. Serve più tempo per gestire il carico di speranza e paura in arrivo dalla Turchia. L’intesa con Ankara che rafforza le frontiere della Unione Europea con provvedimenti come l’immediato respingimento dei clandestini subito ricade sulle spalle della Grecia provata da sei anni di austerità e ora dalle riforme previste dal terzo salvataggio. I migranti senza carte in regola saranno rispediti in Turchia. Il primo filtro dovrà scattare sulle isole dell’Egeo. Il Papa chiede responsabilità per i profughi.
Non ce la facciamo, dicono da Atene. Vi aiutiamo noi, rispondono Berlino e Parigi. Aprite i confini, gridano i migranti nei centri di raccolta. Al rientro dal Consiglio di Bruxelles il premier greco Alexis Tsipras incontra ministri e consiglieri in una riunione d’emergenza per definire le misure di attuazione dell’accordo tra Unione Europea e Turchia. «Abbiamo bisogno di più tempo, non bastano 24 ore» dichiara infine il portavoce del governo.
Serve più tempo per schierare esperti, attrezzare strutture, avviare la complessa macchina che d’ora in avanti dovrà gestire il carico di speranza e paura in arrivo dalla Turchia. L’intesa con Ankara che rafforza le frontiere esterne della Ue con provvedimenti come l’immediato respingimento dei clandestini è entrata in vigore alla mezzanotte di sabato e subito ricade sulle spalle della Grecia provata da sei anni di austerità e ora dalle riforme previste dal terzo salvataggio internazionale. Secondo l’accordo tutti i migranti senza carte in regola saranno rispediti in Turchia. Significa che il primo filtro dovrà scattare già sulle isole dell’Egeo, con l’esame dei documenti e delle domande d’asilo. Chi non vorrà chiedere protezione in Grecia dovrà tornare indietro.
Dopo la chiusura della rotta balcanica, sul territorio ellenico sono bloccati circa 50 mila profughi, oltre 12 mila nel solo campo di Idomeni al confine con la Macedonia. Ieri mattina
Un traghetto porta i migranti di Lesbo verso l’Attica (Ap)
la conta degli sbarchi sulle isole arrivava a 875 persone in 24 ore. Quattro morti: due bimbe di uno e due anni annegate, due siriani colpiti da infarto a Lesbo. Ai nuovi arrivati, in corsa contro il tempo per trovare un ultimo spiraglio, bisognerà spiegare le regole. Per poi procedere alla valutazione dei singoli casi «nel rispetto del diritto internazionale». Una sfida impari. La Ue ha garantito ad Atene aiuto per formare una task force di 4 mila persone tra giudici, interpreti, guardie di frontiera. Francia e Germania assicurano assistenza tecnica nei procedimenti di rimpatrio e annunciano l’invio di seicento uomini: 400 poliziotti e 200 esperti di asilo.
L’organizzazione dei respingimenti, che nel calendario fissato da Bruxelles partiranno il 4 aprile, è in via di definizione. Fonti greche parlano di imbarcazioni private scortate fino in Turchia da navi dell’Agenzia europea per la protezione delle frontiere Frontex.
«Vediamo le fatiche della nostra Europa: dopo tanto travaglio, l’intesa raggiunta sulla questione dei migranti mi pare un po’ poco. È sufficiente un impegno di questo tipo?» ha detto ieri nell’omelia della Domenica delle Palme in Duomo l’arcivescovo di Milano Angelo Scola. Parole in sintonia con il messaggio di papa Francesco, che ricorda gli ultimi giorni di vita di Gesù «al quale viene negata ogni giustizia e che prova sulla sua pelle l’indifferenza. E penso a tanta gente, a tanti emarginati, profughi e rifugiati... e all’indifferenza di quanti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino». Corriere.it Sul sito del «Corriere della Sera» i video e le gallery sulla crisi dei migranti, la situazione dei profughi in Grecia e quella in Turchia dopo l’accordo con la Ue