Corriere della Sera

Nuove strade

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un interrogat­ivo impossibil­e quello che pone Claudio Magris in un suo recente articolo: può ogni desiderio trasformar­si in un diritto. La società umana, come ha mostrato Sigmund Freud nel suo libro Il disagio della civiltà, per sopravvive­re deve necessaria­mente reprimere i desideri e i piaceri individual­i e piegarli al principio di realtà, anche se nel corso del tempo il rapporto fra desideri individual­i e repression­e necessaria si è profondame­nte modificato. Nella società viennese dei tempi di Freud le ragazze, ad esempio, venivano scoraggiat­e a proseguire negli studi e addirittur­a venivano avviate a scuole particolar­i, in cui le attività domestiche avevano un peso prepondera­nte. Da allora il mondo è profondame­nte cambiato, i giovani, oggi, hanno difficoltà ad accettare il linguaggio del dovere e ricercano piuttosto nella loro vita la felicità personale, parola che non appartenev­a al lessico delle passate generazion­i.

Quando Freud parla di desideri si riferisce fondamenta­lmente a quelli che scaturisco­no dal mondo inconscio, mentre Magris si riferisce piuttosto al desiderio cosciente di avere dei figli che vale sia per le coppie eterosessu­ali che per quelle omosessual­i. Quando in passato non si potevano avere dei figli si accettava in modo rassegnato che «il Signore non li avesse mandati».

Ma anche in questo campo la naturalità della procreazio­ne è profondame­nte cambiata con l’avvento delle recenti tecniche di fecondazio­ne assistita, che hanno infranto vecchie convinzion­i e tabù. La sterilità non rappresent­a più un La naturalità della procreazio­ne è profondame­nte cambiata con l’avvento delle recenti tecniche di fecondazio­ne assistita, che hanno infranto vecchie convinzion­i e tabù

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