Suonala ancora Peter Jazzista della scienza che parla ai giovani
Piero Angela, gran piemontese, goloso di gianduiotti e gelosissimo della sua privacy, è un infaticabile interprete della divulgazione. Da 35 anni, con Quark e i suoi derivati, incolla allo schermo (e alle pagine dei suoi bestseller) giovani e meno giovani. Qual è il segreto? Parlar chiaro, farsi capire. Scelta assennatissima, perché la scienza è materia ostica per gli italiani. Angela (Torino, 1928) è uno di quei personaggi che vivono la tv come una scuola serale: dal maestro Manzi che negli Anni 60 insegnava l’italiano agli italiani ( Non è mai troppo tardi) ad Alessandro Baricco che nei 90 porterà in tv musica, cinema e letteratura (da L’amore è un dardo a Totem). Il professor Angela ha iniziato le lezioni televisiva di scienze nel 1981, con Quark. Un eterno supplente, in realtà, poiché Angela, pur sempre preparatissimo, non si è laureato. Con il tempo poi sono arrivati titoli honoris causa dagli atenei, dall’Unesco (il Kalinga per la divulgazione scientifica) e dal Quirinale (medaglia d’oro per la Cultura). E tanti Telegatti, ovvio. Agnostico, Angela è stato anche tra i fondatori del Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, diventando il nemico pubblico numero uno dei fanatici dell’omeopatia, che lo hanno trascinato in tribunale più volte, sempre senza successo, e dell’occulto: diceva che Gustavo Rol, il mago di Torino, andava smitizzato come Babbo Natale. La carriera di Angela è puro jazz. Lascia ingegneria per la musica, che studia al conservatorio e pratica nei jazz club torinesi, dove era «Peter Angela»; molla poi la musica per il giornalismo: in Rai conduce il tg, ma il mezzo busto gli sta stretto e passa ai documentari. Quark è il suo longseller. E qui, ogni volta che può, si rimette alla tastiera del piano. Della serie: suonala ancora, Peter.