Corriere della Sera

Le ragazzine del volley tengono vivo il sogno Rio L’Italia batte 3-2 la Polonia e oggi affronta l’Olanda nella semifinale del preolimpic­o di Ankara

- DAL NOSTRO INVIATO DAL NOSTRO INVIATO Eleonora Cozzari

Non ha solo il miglior attacco, ma è anche la più lesta a calarsi dentro la partita, capirla, sedurla, addomestic­arla. Veloce alla meta. La Fiorentina non sbaglia l’approccio ed è uno dei meriti significat­ivi di Sousa, l’uomo nuovo della serie A. Se le partite durassero 45 minuti, la Viola sarebbe già campione d’inverno, avrebbe subìto solo 6 gol e perso la metà delle partite: due anziché quattro.

Anche così, sia chiaro, non va male. La Fiorentina è ancora lassù, seconda a un tiro di schioppo dall’Inter, pronta a giocarsi mezzo scudetto nel prossimo week end e a caccia di record: nessun’altra squadra, nell’era Della Valle, aveva fatto 38 punti dopo 18 giornate, neppure con Prandelli o Montella. E in assoluto è perfettame­nte in linea con quella

È un bel momento, questo, per essere giovani donne. Giovanissi­me, in qualche caso. Perché il ricambio generazion­ale, il volley, lo fa in piena corsa olimpica. E funziona. A Ankara, l’Italia batte la Polonia 3- 2 e oggi se la vedrà con l’Olanda per una semifinale che potrebbe valere un posto assicurato al prossimo preolimpic­o di maggio. Mica lo immaginava nessuno che sarebbero state tre ragazze under 20, con la Diouf che di anni ne ha 22, ad avere il destino di uno sport intero nelle mani. E non sprecarlo. Soprattutt­o quando la Polonia, sotto 2-0 e già eliminata, ti porta sul 2-2... Non hanno ancora fatto niente, le azzurre, ma il punto è che qualsiasi cosa accadrà stasera, in campo l’Italia deve avere questa faccia. Deve avere le mani della palleggiat­rice Alessia Orro, il braccio pesante della schiacciat­rice Paola Egonu. Loro che non possono ancora votare, per dire. Ma per vincere però serve anche l’esperienza. E quella ce la mette Martina Guiggi. Trascinatr­ice del quinto e decisivo set.

Egonu è bella da vedere. Nei primi due set fa tutto meraviglio­samente: la rincorsa, il colpo sopra le mani del muro avversario. Il numero di palloni

L’analisi l’ha stilata con lucidità il tecnico del Torino Giampiero Ventura. «Ho affrontato tutte le grandi, Juventus e Inter sono le più attrezzate per lo scudetto. La Fiorentina può essere l’outsider, il Napoli è la più forte negli undici titolari, quella che in generale gioca meglio, ma potrebbe pagare le ristrettez­ze della rosa».

Lo scudetto è parola impronunci­abile per Maurizio Sarri. Ne parlano senza remore i giocatori e i tifosi nei bar sul lungomare, nei crocicchi dei vicoli e nei caffè di piazza del Plebiscito, dove splende il sole nell’inverno caldo di Napoli. L’allenatore però, ogni volta che si sfiora l’argomento, tocca ferro e pure altro. «Ventura dice giusto, ci dia un giocatore lui. Scherzi a parte, quando siamo partiti né a noi né alla Fiorentina è stato chiesto di

Schiacciat­a La grinta di Paola Egonu, 17 anni (Afp) messi a terra, potentissi­mi. Uno, in pieno viso avversario. Chiede immediatam­ente scusa, lei. E poi fa di nuovo punto. Orro sta disputando un campionato perfetto, al Club Italia (la squadra federale che gioca in A1). Non esiste l’erede di Eleonora Lo Bianco. Ma questa ragazza, che prima di trasferirs­i a Milano viveva in un paesino della Sardegna da 1.800 abitanti, è quello che più si avvicina al talento di Lo Bianco.

Tecnicamen­te, questa Italia messa in campo con coraggio da Marco Bonitta viaggia perfettame­nte nei primi due parziali, quando le sue giovani attaccanti funzionano. Dal terzo set, invece, i palloni non toccano terra con la stessa regolarità e la difesa non riesce a compensare. Ma alla fine sarebbe un attimo, riprendere la Polonia. Invece serve il quarto set. È il momento più difficile della partita. Perché le polacche, già fuori dalla corsa ai Giochi, non ci pensano a mollare. Non andranno a Rio e allora si sfogano a suon di randellate. Si va al tie break. E ci pensa Martina Guiggi. Lei, una delle «veterane». Lei, protagonis­ta di un quinto set che sembrava non dover mai finire. Invece finisce e porta l’Italia in semifinale.

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