Corriere della Sera

«Grilli, locuste e camole nel piatto: non inorridite, sarà il futuro»

L’associazio­ne milanese Entonote, fondata da due trentenni, promuove l’uso in cucina degli insetti

- Antonio Castaldo

I grilli abitano in una scatola di cartone bianco. Al momento vuota, i proprietar­i di casa torneranno con la bella stagione. Siamo in un appartamen­to di Città Studi, quartiere residenzia­le di Milano. E il piccolo allevament­o domestico è uno degli strumenti di lavoro di Entonote, associazio­ne che diffonde in Italia il verbo dell’ entomofagi­a, nella convinzion­e che camole, locuste e gli amati grilli saranno il cibo del futuro. «In Italia gli insetti sono ancora considerat­i degli intrusi a tavola. Ma prima o poi il disgusto lascerà il posto ad un approccio più razionale. Non può che essere così», assicura Giulia Maffei. Biologa di 31 anni, dopo un master sulla comunicazi­one della scienza ha capito che presto larve e coleotteri usciranno dalle cucine degli chef internazio­nali (da Alex Atala a René Redzepi, in molti li utilizzano già nelle loro creazioni) per invadere anche gli scaffali della grande distribuzi­one italiana.

«Nel frattempo — aggiunge Giulia Tacchini, l’altra faccia di Entonote, designer e food writer di 29 anni —, ci saremo fatte conoscere». Le due comunicatr­ici si danno un gran da fare in convegni, show cooking, pubblicazi­oni. Anche all’Expo, in un evento sul novel food, hanno calamitato l’attenzione della platea con i loro piatti (online su Cucina.corriere.it il video con l’intervista e le ricette). In tanti Paesi si mangiano gli insetti: la Fao ha censito oltre 1.400 specie commestibi­li. In Italia invece la legge non ha ancora disciplina­to il settore. C’è un buco normativo, perciò cucinarli al ristorante o venderli al supermerca­to non è possibile. «Noi però li prepariamo e li mangiamo spesso», spiegano quasi in coro le due Giulie. Del resto si tratta di un concentrat­o di proteine e di grassi insaturi che teme pochi concorrent­i: cento grammi di grilli hanno quasi le stesse proteine di una fettina di vitello. «E poi sono saporiti, hanno un gusto speciale, che bisogna provare prima di dire: non mi piace — spiega Giulia Maffei —. Infine è un cibo sostenibil­e. Una risorsa di cui c’è enorme disponibil­ità e che in proporzion­e pesa pochissimo sull’ecosistema». Attualment­e nel mondo si producono 300 milioni di tonnellate di carne bovina. Quanta ne servirà nel 2050 quando la popolazion­e mondiale sarà aumentata di un terzo? «È per questo motivo che noi diciamo: gli insetti nutriranno il pianeta — concludono le Giulie —. Magari non oggi, né domani. Intanto noi cominciamo a cucinarli».

 ??  ?? Giulia Maffei e Giulia Tacchini, 31 e 29 anni, a casa cucinano insetti e in pubblico parlano di entomofagi­a: «Arriverà anche qui» (foto Claudia Ferri)
Giulia Maffei e Giulia Tacchini, 31 e 29 anni, a casa cucinano insetti e in pubblico parlano di entomofagi­a: «Arriverà anche qui» (foto Claudia Ferri)

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