Corriere della Sera

Umberto Ranieri «Ci vorrebbe un Sala napoletano»

- Marco Demarco

«Ci vuole un Sala napoletano». È la proposta di Umberto Ranieri, dirigente storico del Pci, sostenitor­e di tutte le battaglie condotte negli anni da Napolitano, ora convinto liberale di sinistra.

Ranieri, anche il Sala napoletano dovrebbe passare per le primarie?

«Non avrebbe senso, perché dovrebbe essere il candidato del Pd e dell’intero centrosini­stra».

Tuttavia lei ha definito «inaccettab­ile» l’ipotesi di escludere Antonio Bassolino dalle primarie.

«Certo. Le regole si cambiano prima, non durante. Insomma, se insieme troviamo il candidato giusto, è un conto. Altrimenti, che primarie siano e che Dio ce la mandi buona». Intanto Bassolino è già in campo. «Lo so. Ora, con la candidatur­a di Antonio già annunciata, ho timore che sia più difficile trovare il candidato di cui avremmo bisogno Ma c’è tempo, dobbiamo insistere». Perché Bassolino no? «Con lui a Napoli la sinistra ha governato per un ventennio in un regime di monopolio politico. E il risultato è che abbiamo perso un’occasione irripetibi­le. Non voglio gettare la croce sulle spalle di qualcuno, ma la verità è che altre città come Torino, Milano o Marsiglia sono riuscite a innovarsi e riqualific­arsi». E Napoli? «Napoli non ce l’ha fatta: dobbiamo dircelo o no? Qui discutiamo ancora della mancata modernizza­zione del porto. O di Bagnoli. O dei rifiuti. Per smaltire milioni di tonnellate di ecoballe, il governo ha dovuto stanziare una cifra pari a dieci volte quella per la rimozione della sola colmata dell’ex Italsider». Un quadro nero. «Il problema di Napoli è l’immobilism­o. La città fragile e precaria di oggi è il prodotto di una debolezza delle classi dirigenti protrattas­i per troppi anni. Tutto questo è una memoria viva. Come può sfuggire a Bassolino? Ho timore che non sfuggirà invece ai nostri avversari. Ecco perché serve una discontinu­ità che non si limiti agli anni di de Magistris».

Eppure, c’è chi vede coraggio nella scelta di Bassolino.

«Si eviti la retorica, per favore: Bassolino si candida a sindaco di Napoli, non va in guerra contro l’Isis».

Insomma, con lui non si vince? «Non credo, la sfida non è affatto facile: c’è de Magistris che non è un cane morto, c’è Lettieri che è un candidato del centrodest­ra tenace, e ci sono i 5 Stelle, già primi in città. Confido ancora che da Bassolino possa venire un contributo alla ricerca di un candidato adeguato». E se non venisse fuori? «Napoli ha tante risorse, credo che nel mondo delle profession­i, della nuova imprendito­ria e dei movimenti civici ci siano le personalit­à adatte».

E se Bassolino dovesse rimanere in campo e le chiedesser­o di impegnarsi?

«Se si ritenesse necessario un mio diretto impegno non mi tirerei indietro».

Ma se non venisse fuori e mi chiedesser­o un impegno non mi tirerei indietro

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