Quattro immigrati espulsi dall’Italia «Sono pericolosi»
DA BOLOGNA TRASFERITI IN MAROCCO
Ilministro Alfano ha firmato un decreto di espulsione per «motivi di sicurezza dello Stato» per quattro immigrati marocchini di Bologna: Abdelali Bouirki, esperto informatico che diffondeva la propaganda jihadista via web, Mourad Al Hachlafi, che collaborava nella ricerca di materiale in rete, Abdelkrim Kaimoussi e Said Razek. Sui loro pc trovati inni al martirio e manuali di guerriglia. Il giudice aveva negato gli arresti e i quattro — controllati da anni — sono stati rimpatriati in Marocco.
La propaganda su Internet Tenuti sotto controllo da tempo: raccoglievano informazioni e facevano propaganda anche sui social network
L’esperto informatico, quello che raccoglieva e diffondeva la propaganda jihadista via Internet, ha 34 anni e viveva in Italia da 19, con una carta di soggiorno per i familiari di cittadini comunitari valida fino ad aprile 2017; suo padre risulta cittadino italiano nonostante lui si chiami Abdelali Bouirki; l’altro avvezzo ai computer, Mourad Al Hachlafi, che collaborava con Bouirki nella ricerca di materiale sul web, è nato a Parigi 36 anni fa, ha sposato un’italiana ed era titolare di permesso di soggiorno «di lungo periodo». Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha firmato un decreto di espulsione per loro e altri due marocchini — il quarantasettenne Abdelkrim Kaimoussi e Said Razek, 40 anni, regolarmente residenti in Italia rispettivamente dal 1999 e dal 2004 — per «motivi di sicurezza dello Stato», e ieri sera sono stati caricati sull’aereo che li ha riportati nel Paese d’orgine.
Da anni sotto osservazione
Per anni la Digos di Bologna, dove i quattro vivevano, e il Servizio antiterrorismo della polizia avevano seguito le loro mosse, soprattutto telematiche, e la Procura aveva chiesto il loro arresto per «addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale». Ma il giudice non ha ritenuto che fossero sufficienti i «gravi indizi» necessari alla contestazione di quel reato, pur definendo «inquietante» il contenuto dei messaggi di incitamento e sostegno alla guerra santa e al sacrificio dei combattenti per eliminare i nemici dell’Islam; tuttavia s’è fermato alla preoccupazione per le eventuali conseguenze, senza intravedere negli elementi messi insieme da investigatori e inquirenti i comportamenti previsti dal codice per consentirne la cattura. Di qui la decisione di intervenire con l’espulsione. Dove s’è interrotta l’azione penale è cominciata quella amministrativa, e al ministro dell’Interno sono bastate e avanzate le evidenze raccolte dalla polizia per considerare pericolosi i quattro marocchini; di un tunisino trentaquattrenne sposato con un’italiana, collegato con loro, si sono perse le tracce dal 2012. Anche lui avrebbe fatto parte della rete messa in piedi da Bouirki e Kaimoussi per il presunto reclutamento di martiri, attraverso la propaganda fondamentalista intercettata e condivisa con estremisti islamici di altri Paesi. Attraverso dialoghi riservati sulla piattaforma per chat chiamata Paltalk, infatti, il gruppo sarebbe entrato in contatto con persone definite «molto preparate e studiose» che vivono in Francia.
Nei files trovati sui computer sequestrati agli indagati ora espulsi, si sente più volte la voce di Bouirki recitare testi inneggianti alla «guerra santa» come questo: «Il nostro Jihad... fratelli il tempo del Jihad è arrivato... e il martirio per la causa di Allah è il nostro obbiettivo... combattiamo il nemico... il profeta è il nostro esempio». Oppure apparenti preghiere di questo tenore: «Oh Allah, fai vincere i tuoi soldati e i tuoi devoti sulla terra (e qui chi ha trascritto il testo annota il pianto dell’oratore, ndr)... Oh Allah, fai unire i Mujaheddin, unisci le loro parole, raggruppali … Oh Allah, autorizza alla tua Sharia di governare sulla terra… Oh Allah, accetta i loro martiri… Oh Allah, accetta il loro sangue… Oh Allah, aiutaci a raggiungerli (ripetuto due volte, con il pianto, ndr)… Oh Allah, prendi il nostro sangue finché non ti basta (ripetuto con lacrime, ndr) ».
Le istruzioni per pianificare attentati
Fogli stampati con testi analoghi («La morte è la mia medicina, preziosa allo stesso livello di questi martiri! I martiri non si sono mostrati avari e non si sono risparmiati nel nome di Dio...») sono stati sequestrati a casa di Bouirki e in quella di Kaimoussi. Il quale conservava pure un file audio intitolato «La tecnica di guerra nelle città»; una sorta di lezione, tenuta da un predicatore fondamentalista, nella quale vengono illustrate le «strategie per organizzare la guerriglia urbana». Oltre a informazioni dettagliate su come strutturare le cellule operative e pianificare le singole azioni, si fa l’esempio concreto di un attentato da compiere nella sede della Banca centrale europea, a Francoforte. Secondo la lezione, per un’azione simile sono necessarie almeno dodici persone.
Tra i sermoni registrati e diffusi tra i marocchini espulsi, ne compare anche uno dello sceicco Abdullah Azzam, il fondamentalista che avrebbe ispirato sia Osama Bin Laden che Al Zawahiri, i leader di Al Qaeda di cui Said Razek collezionava i testi. «Il musulmano non è tenuto a obbedire all’imam che gli chiede di non abbracciare la causa del Jihad», dice Azzam nella sua predica. Un attacco contro l’Islam moderato; un motivo in più, per la polizia e il ministro, per allontanare i suoi quattro seguaci dall’Italia.