Sala apre alla candidatura
Il manager: penso alla candidatura, però serve qualche settimana di lavoro Bedori batte il favorito Corrado. Ma il M5S non dà numeri sui militanti al voto
A Fazio in tv Giuseppe Sala, l’uomo di Expo, dice che per fare il sindaco di Milano targato Pd «la disponibilità c’è». Poi, una (piccola) frenata: «Da qui a dire che si può fare c’è di mezzo qualche settimana di lavoro».
«La mia disponibilità a candidarmi, di base, c’è». Non era mai stato così chiaro, finora, Giuseppe Sala. La tentazione di correre a sindaco di Milano, per l’uomo Expo, è molto più di un’idea. «Alla candidatura ci penso per l’amore che ho per Milano — ammette — ma da qui a dire che si può fare c’è di mezzo qualche settimana di lavoro». Ma se il commissario Expo chiede ancora tempo, chi va di corsa è invece il Movimento 5 Stelle, che ha già deciso ieri (con le primarie) il suo candidato. Sarà Patrizia Bedori, 52enne, attualmente disoccupata, la donna che avrà il compito di tentare l’impresa: arrivare al ballottaggio.
La prima candidatura ufficiale è dunque in campo. In attesa dell’uomo di Expo. Ospite di Che Tempo che fa, su Rai3, ieri Sala si è prestato a un bilancio semiserio dell’Esposizione universale insieme ad Antonio Albanese. Poi, intervistato da Fabio Fazio non si è tirato indietro: «La mia disponibilità a candidarmi, di base c’è, altrimenti non sarei qui a parlarne, vista la grande stanchezza accumulata in questi mesi di lavoro». Parole rassicuranti per quella parte di Pd che ormai da mesi lo corteggia perché raccolga il testimone di Giuliano Pisapia. Soprattutto dopo l’ultima uscita pubblica dell’uomo di Expo. «Non ho chiesto io di fare il sindaco, non sono alla caccia di una poltrona», aveva sbottato solo pochi giorni fa. «Vengo dipinto come uno che fa il prezioso. Ma la realtà dei fatti non è questa. L’unica cosa è che ci devono essere le condizioni per decidere». A frenarlo, finora, è stato lo scenario che potrebbe attenderlo: l’esame delle primarie (confermate per il 7 febbraio) con una parte della coalizione pronta a rifiutargli la «patente» di uomo di sinistra. La recente clausola di lealtà, sottoscritta da tutte le forze e pensata proprio per abbassare i toni, non ha rasserenato il clima. E un esempio plastico dei tormenti del centrosinistra ci sarà domani: Sala accoglierà Matteo Renzi sul sito espositivo dove il premier-segretario illustrerà la sua visione del post evento, mentre una delegazione milanese di Sel andrà a Roma per un incontro con la direzione nazionale che preme per una scelta di rottura. I Cinque stelle hanno invece incoronato la loro aspirante sindaco. Addio online, la scelta è arrivata attraverso una primaria di tipo classico, con gli iscritti chiamati al seggio, le carte d’identità e gli scrutatori. Tra la poca gente in coda non s’è visto Gianroberto Casaleggio. Ha vinto, a sorpresa, proprio la «portavoce» che nella serata di presentazione ufficiale dei candidati puntò il dito contro le voci di primarie pilotate. «Ho letto che Casaleggio vorrebbe questo o quel candidato. Ma non esiste nessuno che ci possa dire chi votare», arringò la pasionaria Cinque stelle lunedì scorso. Ma il movimento della trasparenza ieri non ha fornito altri dati sul risultato della consultazione. Né il numero dei votanti né gli aventi diritto né i punti raccolti dai singoli candidati. «Diremo tutto nei prossimi giorni», la promessa degli organizzatori. Anche a Torino i grillini hanno scelto una donna: si tratta della 31enne Chiara Appendino.
Il seggio Pochi al seggio del Movimento e non c’è Casaleggio. Anche a Torino vittoria al femminile