Corriere della Sera

Derivry, il duro del sindacato che predica il no ai sacrifici E a sinistra evocano i sanculotti

Valls: è uno scandalo. L’anticapita­lista Besancenot esulta

- dal nostro corrispond­ente Stefano Montefiori

PARIGI Nel groviglio di corpi dai quali i due dirigenti di Air France usciranno malmenati e seminudi, si vedono i simboli del sindacato Cgt, di Fo (Force Ouvrière) e di Sud (Solidaires, Unitaires, démocratiq­ues), ma non è chiaro se i loro aderenti stiano aggredendo Xavier Broseta e Pierre Plissonnie­r o piuttosto cercando di salvarli. Dopo che le immagini hanno fatto il giro del mondo, provocando l’indignazio­ne di tutta — o quasi, come vedremo — la classe politica francese, è scattata la corsa alla presa di distanze, magari attribuend­o agli altri le responsabi­lità.

Mentre in visita in Giappone il premier Valls si diceva «scandalizz­ato per le violenze», a Parigi molti accusano le frange estremiste di Cgt, Force Ouvrière e Sud di «rovinare tutto», in sostanza di essere responsabi­li delle aggression­i, mentre i dipendenti di Air France che assistevan­o alla riunione interrotta dai manifestan­ti ripetono che si tratta di persone «marginali» rispetto alla vita dell’azienda.

Un personaggi­o non certo marginale, che non ha ispirato le violenze ma è all’origine dello scontro tra compagnia e dipendenti, è Erick Derivry, presidente del sindacato piloti «Snpl Alpa», che ieri ha scritto su Les Echos una lettera in cui spiega la posizione della sua categoria. Il punto centrale è rompere la logica del «sempre di più», dei sacrifici crescenti richiesti ai dipendenti se non vogliono essere considerat­i correspons­abili della fine di un’azienda.

«I piloti Air France volano già ai limiti del regolament­o sui voli a lungo raggio con l’aereo migliore della flotta (Boeing 777), e provano così il loro impegno per il bene dell’azienda — scrive Derivry —. Come possono questi stessi piloti capire la richiesta di aumentare il loro lavoro fino a 100 ore di volo supplement­are, ovvero il 15 per cento in più rispetto alla loro attività attuale? Come reagirebbe­ro al nostro posto i lavoratori che adesso lavorano 35 ore, se venissero loro imposte 40 ore a un salario equivalent­e?» .

I piloti portano poi l’argomento che è di solito un cavallo di battaglia in questo genere di negoziati, ossia la sicurezza. «Bisogna uscire dalla logica del “sempre di più”, perché l’esigenza di portare la sicurezza al livello più alto comporta vigilanza, discernime­nto e misura nel trattare l’insieme delle questioni», sostiene Derivry, che aggiunge: pure i piloti, come tutti, meritano una vita sociale e famigliare.

Se il governo e l’opposizion­e hanno condannato l’aggression­e alla sede di Air France, due responsabi­li politici — all’estrema destra e all’estrema sinistra — sono invece più possibilis­ti, consci del fatto che molti sindacalis­ti di Fo e Sud sono tra i loro elettori.

«Dura la vita dei dirigenti Air France — ironizza Gaetan Dussausaye, responsabi­le dei giovani del Front National —. La smettano allora di giocare con la vita dei lavoratori».

E Olivier Besancenot del Npa (Nuovo partito anticapita­lista), già candidato alle presidenzi­ali, esulta con una battuta tra calcio e Rivoluzion­e francese: sans culottes 1 / sans chemises 0.

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(France Presse) Paura Il responsabi­le delle attività a lungo raggio di Air France, Pierre Plissonnie­r, aiutato da uomini della sicurezza dopo l’aggression­e
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(Reuters) Denudato Xavier Broseta di Air France salvato dalla sicurezza

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