Corriere della Sera

«Pubblicaro­no notizie false» Chiesto il giudizio per due cronisti

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La Procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato per Piero Messina e Maurizio Zoppi, i due giornalist­i del settimanal­e L’Espresso che, lo scorso luglio, hanno svelato l’esistenza di un’intercetta­zione tra il governator­e siciliano Rosario Crocetta e il suo medico personale Matteo Tutino, agli arresti domiciliar­i per truffa. Nella presunta intercetta­zione, diventata subito un caso politico, il chirurgo avrebbe augurato all’allora assessore alla Salute Lucia Borsellino di saltare in aria «come il padre». Poche ore dopo la diffusione della notizia, la telefonata è stata smentita dal capo dei pm palermitan­i, Francesco Lo Voi. E, in seguito, Lo Voi è intervenut­o più volte per negare che una conversazi­one di quel tenore fosse agli atti di alcun procedimen­to penale aperto dal suo ufficio. Mentre il settimanal­e ribadiva che l’intercetta­zione esisteva ed era stata ascoltata dai cronisti.

Insieme Crocetta (a destra) e Tutino

Adesso, riporta l’Ansa, i pm hanno deciso di saltare l’udienza preliminar­e chiedendo al gip di emettere un decreto di giudizio immediato. Una scelta possibile quando la Procura ritenga «evidente» la prova del reato e entro 90 giorni dalla commission­e del reato. Le accuse per i due giornalist­i incriminat­i, interrogat­i più volte dal procurator­e e dall’aggiunto Leonardo Agueci, sono di calunnia e diffusione di notizia falsa. Se il gip accoglierà l’istanza (entro 5 giorni), gli imputati potranno scegliere fra rito ordinario o abbreviato. Insieme alla richiesta di immediato i pm hanno depositato una breve memoria in cui si ricostruis­ce il caso, i verbali di interrogat­orio dei testimoni sentiti — una decina, e fra questi Lucia Borsellino — un giornalist­a del giornale La Sicilia e diversi militari del Nas. Agli atti del gip anche alcune intercetta­zioni di conversazi­oni dei due indagati e le relazioni dei carabinier­i che hanno indagato sulla vicenda. Il reato di calunnia è stato attribuito per primo a Messina. Il quale, dopo le polemiche suscitate dalla pubblicazi­one della notizia e dopo la smentita della Procura, sarebbe andato da un ufficiale del comando provincial­e dei carabinier­i di Palermo rivelandog­li di essere stato informato dell’intercetta­zione dall’ex capo del Nas, Mansueto Cosentino, ora in servizio in Lombardia. Una versione sostenuta in seguito anche da Zoppi, ma negata categorica­mente dal comandante dei Nas. Anche l’Ordine dei giornalist­i ha avviato un’indagine conoscitiv­a sulla vicenda.

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