Il collega entrato dopo il rogo «Ci sono solo pietre, nient’altro»
«Cosa è rimasto della fabbrica? Niente. Solo pietre annerite sulle quali si fa fatica a camminare. È tutto bruciato. E quel che è peggio, non è possibile riconoscere nemmeno i corpi. Il fuoco li ha completamente divorati».
Antonio, operaio di una ditta di San Severo, in provincia di Foggia, lontana un centinaio di chilometri da Bari, si è precipitato come un fulmine nella fabbrica di fuochi d’artificio del cavalier Bruscella, a Modugno. Dentro c’erano molti suoi amici. E ha voluto salutarli per l’ultima volta.
Sul luogo dell’esplosione c’è un cordone di protezione e i carabinieri non consentono l’accesso a nessuno. Nemmeno ai parenti delle vittime. Lui, però, lo conoscono. È un operaio, come i sopravvissuti che sono al di qua della transenna. Così lo lasciano passare.
Quando emerge dall’inferno, lo sguardo è fisso per terra. «Sa, in questo mestiere ci conosciamo un po’ tutti. Più avanti, qui, ad un centinaio di metri c’è un’altra fabbrica di fuochi». Antonio è un omone vestito ancora con la divisa grigia dell’azienda ed ha il viso e le mani annerite dalla fuliggine. Ha da poco terminato il turno.
Si lavora tanto in questo periodo
La disperazione In questo mestiere ci conosciamo tutti, lavoriamo in posti dai quali si esce solo morti
in Puglia. La fabbrica, infatti, era piena zeppa di materiale esplosivo. È tempo d’estate e nella regione fra le più amate dai turisti italiani, la sera si beve e si balla nelle sagre organizzate da una miriade di Comuni in festa. Ogni rito — più bacchico che religioso — si conclude con l’immancabile esplosione di fuochi d’artificio, una tradizione antica che parla di emigranti che tornano e ringraziano i santi protettori.
«La ditta Bruscella, sa, era una fra le prima in Italia — racconta ancora Antonio — era specializzata nei fuochi piromusicali (giochi sincronizzati di musica con aperture di fuochi grandi e maestose) e per questo richiestissima». Proprio ieri sera la ditta avrebbe dovuto consegnare del materiale pirotecnico a Cassano, per la festa del santo protettore. «E l’8 agosto avrebbe partecipato ad una gara d’abilità, a Roma, il cui premio finale ammonta a centomila euro. La prossima settimana gli “spari” avrebbero accompagnato anche una cerimonia nuziale in Calabria», dice Antonio. Quel materiale, ieri, però è esploso in un solo drammatico colpo. «Da queste fabbriche si esce solo morti», conclude l’operaio con gli occhi lucidi prima di tornarsene a casa.