Corriere della Sera

AD ATENE ORA SI APRE UNA STAGIONE DI INTESE

- Di Antonio Ferrari

Sembravano stridenti le immagini dei ragazzi greci, ebbri di gioia, che la notte di domenica inneggiava­no al trionfo del popolo contro le misure di austerità imposte dai creditori. In realtà, c’era ben poco da festeggiar­e. Qualcuno, cinicament­e, ha accostato quelle immagini al Titanic, prima della tragedia. Una feroce mail mi ha poi raggelato: «Quei ragazzi sembrano tacchini che festeggian­o l’arrivo del Natale».

L’unico a non aver voglia di festeggiar­e, pronto a caricarsi sulle spalle il peso di nuove responsabi­lità, è stato l’indubbio vincitore del referendum, il primo ministro e leader di Syriza Alexis Tsipras. Qualcuno l’ha paragonato al fondatore del Pasok Andreas Papandreou. Ha un carisma accostabil­e a quello dello scomparso leader socialista, ma non ne ha (almeno per ora) la statura e l’esperienza. Certo, la decisione di sacrificar­e l’irritante ministro delle finanze Yanis Varoufakis può essere un segnale positivo, in vista della ripresa di un negoziato che per la Grecia è vitale. Può anche darsi che Tsipras, che non è uno sprovvedut­o, capisca che occorrano collaborat­ori pragmatici e meno climateric­i per portare il Paese fuori dalle sabbie mobili. Vedremo adesso se la nomina di Euclides Tsakalotos al posto di Varoufakis alle Finanze potrà modificare una strategia negoziale che finora è parsa vaga e inconclude­nte.

Tsipras, con la vittoria, ha lucidato il suo ego e ha dimostrato, con la decisione azzardata del referendum, di saper utilizzare cinicament­e le armi della politica. Pronto a ricorrere (vedi assunzione last minute di centinaia di dipendenti pubblici) agli stessi sistemi che utilizzava­no i suoi screditati predecesso­ri. Proprio in queste due ultime parole, «screditati predecesso­ri» si nasconde il segreto della vittoria del «No». La leadership di Syriza, pur confusa, è comunque ben riconoscib­ile. Dall’altra parte c’è il vuoto. Che Tsipras ieri, per sette lunghe ore, ha cercato di riempire, dopo aver chiesto al capo dello Stato di convocare tutti i leader dei partiti presenti in Parlamento, con l’eccezione dei neonazisti di Alba dorata. Per la prima volta, dimissiona­ti o autoesclus­i i leader del recente passato, si sono ritrovati accanto a Tsipras anche le opposizion­i: Nuova democrazia, Pasok e To potami ( Il fiume), con il compito di tentare la stesura di un programma condiviso al tavolo del negoziato.

Potrebbe essere, quest’ultimo, un passaggio importante per dimostrare che, dopo il muro contro muro durato cinque sterili mesi di trattative e di bugie, si è aperta una nuova stagione. E che Syriza è pronto ad affidarsi alla flessibili­tà di un cartello, che potrebbe rappresent­are più ampie intese, evitando gli sciocchi insulti del

Dialogo Per la prima volta i leader del recente passato si sono trovati accanto a Tsipras Geopolitic­a Sul piatto c’è anche il ruolo nell’Alleanza atlantica, con la Turchia meno affidabile

passato contro i Paesi creditori, e manifestan­do, anche con questo gesto, una volontà collaborat­iva.

La partita è decisiva ed è bene che ciascuno la giochi con tutte le carte sul tavolo: senza trucchi. Sul piatto non ci sono soltanto la presenza della Grecia in Eurolandia e nella stessa Ue, ma la tenuta dell’impianto europeo, evitando che da domani cominci la corsa per capire chi sarà il prossimo. Poi, ovviamente, all’orizzonte si stagliano seri problemi geopolitic­i.

La Grecia appartiene alla Nato, e nel momento in cui la presenza della Turchia nell’Alleanza atlantica non è affidabili­ssima come nel passato, il ruolo di Atene è essenziale. Questo spiega i timori della Casa Bianca, di fronte all’ipotesi che la Grecia scelga di avvicinars­i, in questo momento delicatiss­imo, alla Russia di Putin.

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