Corriere della Sera

Il no delle grilline a Emiliano E il suo «popolo» sceglie online gli altri assessori

- Fabrizio Caccia

Il centrosini­stra pugliese, a maggio, non era riuscito a far eleggere neppure una donna in consiglio regionale, «grazie» alla scellerata leggina che in extremis aveva escluso la doppia preferenza di genere. Ma il neogoverna­tore, Michele Emiliano, con un colpo di teatro ieri sera ne aveva nominate ben 5 nella sua giunta di 10 assessori: parità dei sessi, dunque, perfettame­nte ristabilit­a e colpo di scena ulteriore, perché 3 delle 5 prescelte erano — anzi sarebbero state — «grilline»: Antonella Laricchia con delega all’Ambiente, Rosa Barone all’Agricoltur­a e Viviana Guarini alle Risorse umane. Il Movimento 5 Stelle, però, a stretto giro di posta, ha comunicato il proprio rifiuto: «Da Emiliano solo un atto di violenza inaudita». E dunque l’ex magistrato e sindaco di Bari per il momento si vede costretto a incassare un «no» secco.

«La paura di essere controllat­o dalla principale forza di opposizion­e — hanno scritto infatti in una nota gli 8 consiglier­i regionali pentastell­ati, comprese le 3 nominate — lo ha portato a compiere quello che è un atto di violenza istituzion­ale nei confronti di tutti i pugliesi. Questo è il tempo per il lavoro serio, non abbiamo intenzione di vendere il nostro silenzio in cambio di poltrone. Piuttosto attendiamo alla prova lui, il suo partito e le sue sedicenti aperture al M5S quando si tratterà di votare gli incarichi di garanzia e di controllo per i quali abbiamo già dato la nostra disponibil­ità: presidenza del consiglio regionale e presidenza delle commission­i Ambiente e Bilancio».

Laricchia, Barone e Guarini, dunque, non si faranno vedere venerdì mattina, alle 11.30, alla Provincia di Taranto, dov’è in programma l’insediamen­to ufficiale.

Emiliano, che ha tenuto per sé l’interim della Sanità, ci è rimasto malissimo: «Sarà che ragiono ancora da magistrato, ma adempiere alla chiamata della propria Regione e del presidente per me è un dovere». E rigetta pure l’insinuazio­ne «dell’inciucio politico» o che l’abbia fatto «per marketing». «Io — chiarisce — ho pensato a loro, ai grillini, che pure non fanno parte della maggioranz­a, per provare a collaborar­e sulle cose concrete, la lotta al clientelis­mo, il reddito di dignità, il problema dei rifiuti. Insomma, per provare insieme a cambiare le cose in Puglia. Giocare insieme, sì, ma il pallone ce l’abbiamo noi, è nostro, questo sia chiaro, siamo noi la maggioranz­a che ha preso il triplo dei loro voti...». E dunque, venerdì prossimo a Taranto, si riunirà una giunta per il momento «menomata», formata da 5 uomini e 2 donne, scelte ieri sempre direttamen­te da Emiliano perché esterne al consiglio: sono Loredana Capone, assessore pd uscente confermata allo Sviluppo economico, e l’architetto Annamaria Curcuruto, ex capo Ripartizio­ne urbanistic­a del Comune di Bari, ora in pensione, che ha avuto la delega alla Pianificaz­ione territoria­le.

I cinque assessori maschi sono invece stati nominati direttamen­te dalla base con un voto online, in stile «talent show». A mezzogiorn­o di ieri, ciascuno dei quasi 3 mila partecipan­ti alle «Sagre del programma» — appuntamen­ti di popolo dell’ultima campagna elettorale — si è visto recapitare una email con l’invito a votare entro sei ore 5 tra i 10 candidati scelti da Emiliano tra i 29 consiglier­i del centrosini­stra, affiancand­o nome e delega preferita.

Hanno risposto in 1.613: Gianni Giannini sarà l’assessore ai Trasporti e Lavori pubblici; Raffaele Piemontese al Bilancio; Giovanni Liviano all’Industria turistica e culturale; Sebastiano Leo alla Formazione e Lavoro; Totò Negro al Welfare. Politica dal basso: «È la prima volta che si fa una cosa del genere in Italia», fa notare Emiliano, soddisfatt­o.

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