Chi vince lo Strega della polemica più noiosa
Ogni primo giovedì di luglio si assegna il Premio Strega. E ogni anno, nei giorni successivi, si scatenano le polemiche, innescate regolarmente da chi ha perduto, su quanto il Premio Strega sia pilotato, su quanto i poteri forti editoriali eccetera, su quanto contino le scuderie eccetera, su quanto pesi la concentrazione eccetera, sulle losche manovre eccetera, sui complotti eccetera. Rinomati scrittori e opinionisti prestigiosi regalano ogni anno, con maniacale ripetitività, il loro numero migliore: il remake del Sergio Castellitto che in «Caterina va in città» di Paolo Virzì inveisce frustrato e furente contro le «conventicole». Denunciano, accusano, incriminano, imitano indignati e combattivi il vecchio Zola: non per smascherare la grande ingiustizia inflitta al capitano Alfred Dreyfus, ma per svelare le mene oscure di chi cospira per far salire un libro di un paio di posizioni nella classifica di quelli più venduti.
Le polemiche annuali sul Premio Strega hanno due caratteristiche principali. La prima: sono di una ripetitività mortifera. La seconda: si accaniscono come se la posta in gioco degli orribili complotti riguardasse l’andamento delle Borse mondiali o interessi di imponenza tale da alterare il Pil cinese, mentre al massimo si spostano un po’ di centinaia di migliaia di euro e una sorsata del celebre liquore giallino da tracannare sul palco del Ninfeo rinascimentale di Villa Giulia a beneficio di tv e fotografi. È un rito: ogni anno, dopo i bagordi sempre più malinconici del giovedì sera, la Repubblica delle lettere si infuoca sul (quasi) nulla, gli intellettuali si mettono in posizione da pensatori e annunciano epocali trasformazioni apocalittiche dello spirito dei tempi. Poi, a partire più o meno da febbraio, si ricomincia da capo: nomine, presentazioni, uffici stampa scatenati, caccia al voto, conteggi, polemiche alla Zola eccetera. Quest’anno la ricercata parte di Castellitto è toccata a Roberto Saviano, per il prossimo chissà. Inoltre è in arrivo la novità del mostro: Mondazzoli o Rizzondori, il complottismo sullo Strega sta per assumere dimensioni simili a quelle del complottismo sull’11 settembre.
Già il secondo arrivato del prossimo anno ha in valigia le sue imprecazioni per sferzare il colossale imbroglio. Per gli argomenti non c’è bisogno di originalità, basta andare su Google per le polemiche dell’anno prima. E la letteratura? E i libri? Che noia, vuoi mettere con Mondazzoli.