Questa storia semplice che non è semplice dire
Questa è una storia semplice. Questa è una storia semplice che non è semplice raccontare. Questa è una storia che nessuno può raccontare.
Questa è una storia che chiunque potrebbe raccontare.
Questa è una storia sul desiderio di raccontare una storia.
Questa è una storia sul tentativo di scrivere questa storia.
Questa è una storia su uno scrittore che spera riusciremo per un momento a sconfiggere la morte perché stiamo ascoltando una storia.
Questa potrebbe essere una storia su un treno che magari arriva, o magari non arriva, mentre la gente gironzola sulla banchina (qualcuno vorrebbe mai leggere una storia del genere?).
Questa è una storia sull’attesa che il tempo inizi.
Questa è una storia sul sentirsi pronti che il tempo finisca.
Questa è una storia su cos’è ciò che comprendiamo, e su cos’è ciò che comprende noi.
Questa è una storia su una brocca vuota e un bicchiere vuoto, perché solo gli oggetti inanimati vivono fuori dal tempo (di certo nessuno vorrà mai leggere una storia sugli oggetti inanimati).
Questa è una storia sul cercare di scrivere una storia che gli altri vorranno leggere.
Questa è una storia su un uomo preoccupato che il desiderio che le sue storie vengano lette sia ciò che le rende meno belle di quanto potrebbero.
Questa è una storia sul desiderio che non solo inizia con il desiderio, ma che ci finisce anche.
Questa è una storia su tutto ciò che non può essere detto.
Questa è una storia sul sapere cosa non può essere detto, e sul provare a dirlo.
Questa è una storia che, come tutte le storie, è una menzogna illuminata da piccoli frammenti scintillanti di quasi verità (l’espressione «piccoli frammenti scintillanti» è vivida, o pretenziosa?).
Questa è una storia su tutte le storie che sono state, o che saranno mai, raccontate.
Questa è una storia su un uomo che si mette in viaggio.
Questa è una storia su uno sconosciuto che arriva in città.
Questa non è una storia su un uomo che si mette in viaggio, né una storia su uno sconosciuto che arriva in città — quelle, dopo tutto, sono convenzioni abusate, e questa storia mira a essere qualcosa di più.
Questa è una storia che aspira ad altezze impossibili, e perciò potrebbe facilmente finire con l’essere una storia su un bel niente. Questa è la storia che tutti conosciamo. Questa è la storia di ogni cosa. Questa è la storia che fluttua sopra le nostre teste; la storia che non possiamo raccontare perché è troppo vasta, troppo, infinitamente, complicata.
Questa è la storia che non possiamo raccontare perché non esiste linguaggio per alcuni dei suoi passaggi più importanti.
Questa è la storia di tutte le nostre vite: quelle vive, quelle morte, quelle che non sono ancora nate.
Questa è la storia che contiene una moltitudine di vecchie storie e ne introduce una moltitudine di nuove, con la consapevolezza che le vecchie storie, quando finiscono, sono preamboli per le nuove.
Questa è la storia su ciò che tutti sappiamo, ciò che tutti sappiamo — guardatevi intorno, guardate le persone accanto a voi, guardatevi negli occhi e ditemi che non ci vedete questa storia chiaramente riflessa.
Questa è una storia che vuole mettere fine al bisogno di altre storie.
Questa è una storia che vuole liberarci dallo stesso atto del racconto, per consegnarci a una mattina più luminosa ed inebriante di qualsiasi mattina ci sia mai stata, perché finalmente non avrà alcun senso e alcuna forma.
Questa è una storia sulla più profonda, per quanto perversa, delle qualità umane, la devozione a ciò che ci sfugge, a ciò che non comprendiamo fino in fondo; alla madre che si è allontanata un momento prima che arrivassimo; alla madre che è dentro la madre; a quella che non ci conosce o non si cura di noi.
Questa storia, come ogni storia, è un tradimento del mondo.
Questa è una storia sulla nostra paura dell’estinzione.
Questa è una storia sulla nostra attrazione per l’estinzione.
Questa è una storia sull’aspettare per vedere cosa accadrà.
Questa è una storia che afferma che è impossibile «che non accada nulla»; una storia che insiste nel dire che accade sempre qualcosa, anche se agli occhi di chi osserva sembrerà niente.
Questa è una storia che vuole essere divertente, ma disdegna gli artifici.
Questa è una storia sull’inevitabilità degli artifici, senza i quali non potrebbe neanche esserci una storia.
Questa è una storia su un narratore che scompare nella sua stessa storia.
Questa è una storia sull’attesa che arrivi una storia. Questa è una storia su
( traduzione di Chiara Spaziani)