Corriere della Sera

Questa storia semplice che non è semplice dire

- Di Michael Cunningham

Questa è una storia semplice. Questa è una storia semplice che non è semplice raccontare. Questa è una storia che nessuno può raccontare.

Questa è una storia che chiunque potrebbe raccontare.

Questa è una storia sul desiderio di raccontare una storia.

Questa è una storia sul tentativo di scrivere questa storia.

Questa è una storia su uno scrittore che spera riusciremo per un momento a sconfigger­e la morte perché stiamo ascoltando una storia.

Questa potrebbe essere una storia su un treno che magari arriva, o magari non arriva, mentre la gente gironzola sulla banchina (qualcuno vorrebbe mai leggere una storia del genere?).

Questa è una storia sull’attesa che il tempo inizi.

Questa è una storia sul sentirsi pronti che il tempo finisca.

Questa è una storia su cos’è ciò che comprendia­mo, e su cos’è ciò che comprende noi.

Questa è una storia su una brocca vuota e un bicchiere vuoto, perché solo gli oggetti inanimati vivono fuori dal tempo (di certo nessuno vorrà mai leggere una storia sugli oggetti inanimati).

Questa è una storia sul cercare di scrivere una storia che gli altri vorranno leggere.

Questa è una storia su un uomo preoccupat­o che il desiderio che le sue storie vengano lette sia ciò che le rende meno belle di quanto potrebbero.

Questa è una storia sul desiderio che non solo inizia con il desiderio, ma che ci finisce anche.

Questa è una storia su tutto ciò che non può essere detto.

Questa è una storia sul sapere cosa non può essere detto, e sul provare a dirlo.

Questa è una storia che, come tutte le storie, è una menzogna illuminata da piccoli frammenti scintillan­ti di quasi verità (l’espression­e «piccoli frammenti scintillan­ti» è vivida, o pretenzios­a?).

Questa è una storia su tutte le storie che sono state, o che saranno mai, raccontate.

Questa è una storia su un uomo che si mette in viaggio.

Questa è una storia su uno sconosciut­o che arriva in città.

Questa non è una storia su un uomo che si mette in viaggio, né una storia su uno sconosciut­o che arriva in città — quelle, dopo tutto, sono convenzion­i abusate, e questa storia mira a essere qualcosa di più.

Questa è una storia che aspira ad altezze impossibil­i, e perciò potrebbe facilmente finire con l’essere una storia su un bel niente. Questa è la storia che tutti conosciamo. Questa è la storia di ogni cosa. Questa è la storia che fluttua sopra le nostre teste; la storia che non possiamo raccontare perché è troppo vasta, troppo, infinitame­nte, complicata.

Questa è la storia che non possiamo raccontare perché non esiste linguaggio per alcuni dei suoi passaggi più importanti.

Questa è la storia di tutte le nostre vite: quelle vive, quelle morte, quelle che non sono ancora nate.

Questa è la storia che contiene una moltitudin­e di vecchie storie e ne introduce una moltitudin­e di nuove, con la consapevol­ezza che le vecchie storie, quando finiscono, sono preamboli per le nuove.

Questa è la storia su ciò che tutti sappiamo, ciò che tutti sappiamo — guardatevi intorno, guardate le persone accanto a voi, guardatevi negli occhi e ditemi che non ci vedete questa storia chiarament­e riflessa.

Questa è una storia che vuole mettere fine al bisogno di altre storie.

Questa è una storia che vuole liberarci dallo stesso atto del racconto, per consegnarc­i a una mattina più luminosa ed inebriante di qualsiasi mattina ci sia mai stata, perché finalmente non avrà alcun senso e alcuna forma.

Questa è una storia sulla più profonda, per quanto perversa, delle qualità umane, la devozione a ciò che ci sfugge, a ciò che non comprendia­mo fino in fondo; alla madre che si è allontanat­a un momento prima che arrivassim­o; alla madre che è dentro la madre; a quella che non ci conosce o non si cura di noi.

Questa storia, come ogni storia, è un tradimento del mondo.

Questa è una storia sulla nostra paura dell’estinzione.

Questa è una storia sulla nostra attrazione per l’estinzione.

Questa è una storia sull’aspettare per vedere cosa accadrà.

Questa è una storia che afferma che è impossibil­e «che non accada nulla»; una storia che insiste nel dire che accade sempre qualcosa, anche se agli occhi di chi osserva sembrerà niente.

Questa è una storia che vuole essere divertente, ma disdegna gli artifici.

Questa è una storia sull’inevitabil­ità degli artifici, senza i quali non potrebbe neanche esserci una storia.

Questa è una storia su un narratore che scompare nella sua stessa storia.

Questa è una storia sull’attesa che arrivi una storia. Questa è una storia su

( traduzione di Chiara Spaziani)

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