Corriere della Sera

Il liberale Watson: «Irrealisti­co aprire un nuovo negoziato»

- Di Luigi Offeddu Luigi Offeddu © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

E adesso? «Adesso ha parlato la democrazia. Alexis Tsipras ha avuto l’appoggio del suo popolo. E questo nessuno può negarlo. Ma nessuno può anche negare che i greci hanno preferito l’uscita dall’euro: ecco che cosa significa il loro voto. Anche se non so quanto loro stessi ne siano coscienti».

Sir Graham Watson, scozzese, è il presidente dell’Alde, l’Alleanza dei democratic­i e liberali per l’Europa, terzo partito alleato nella «maggioranz­a delle larghe intese» al Parlamento Europeo. E questa sera, davanti al «no» di Atene, vede nel referendum greco uno «choc» per l’Eurozona e la Ue.

Ma perché i greci avrebbero preferito l’uscita dall’euro?

«Perché con il “no” hanno scelto di vivere in una logica non di mercato, di non prendere le misure necessarie per affrontare problemi vecchi di anni, quelle già prese con sacrificio ma con successo dall’Irlanda, dal Portogallo, dalla Lettonia”»

Eppure lo stesso Tsipras dà già per certa l’apertura di un nuovo negoziato, con una soluzione rapida.

«Non è realistico. Non escludo totalmente un nuovo accordo, ma sarà molto difficile. Come può restare la Grecia nell’euro? Non vi sarà più fiducia da parte degli altri Paesi nella buona gestione della sua economia».

Non c’è stato anche qualche errore da parte dei leader Ue? Merkel, Juncker, Schulz e altri hanno invitato i greci a votare «sì», a poche ore dal referendum, e sembra che i greci non abbiano apprezzato.

«Il primo errore dell’Europa è stato accettare la Grecia nell’euro, all’inizio, ben sapendo che non aveva il passo economico giusto».

Nessun altro «mea culpa» da fare?

«Oh, sì. Un altro sbaglio è stato non recepire le gravi difficoltà create dalla recessione dal 2008 in poi nelle economie più piccole del Centro e del Sud-Europa. E qui, forse, c’è una lezione per tutti». Quale? « Le economie maggiori, quelle che più avevano beneficiat­o dell’euro come la Germania, avrebbero potuto aiutare di più le altre. Anche se, alla fine, forse non sarebbe cambiato molto».

Lo choc di queste ore sarà anche un terremoto per l’intera Eurozona e per l’Ue, potrà mettere in pericolo la loro stabilità?

«No, credo che siano abbastanza forti per sostenerlo. Piuttosto, se è vero com’è vero che l’origine prima di tutto è stata la recessione, io temo che questa abbia anche un’altra responsabi­lità, quella di aver fatto pensare ai cittadini che tutto fosse sbagliato nell’Europa unita, e di aver così risvegliat­o i nazionalis­mi in molti Paesi».

Ma i loro politici non possono proprio far nulla?

«Certo che sì. Hanno il dovere, a livello nazionale ed europeo, di convincere i propri elettori del fatto che non si può sempre dare la colpa di tutto all’Ue o all’Eurozona».

Il primo errore è stato accettare la Grecia nell’euro, ben sapendo quale fosse la sua economia

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Leader Sir Graham Watson, presidente dell’Alde, Alleanza dei democratic­i e liberali per l’Ue

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