Corriere della Sera

Conte si affida all’orgoglio della sua Juventus

Contro la Croazia 4 bianconeri: «Non vogliamo chiudere con il ricordo di Berlino»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Bocci

Sono stanchi, delusi, acciaccati. Ma ancora in piedi. Gli juventini d’Italia non mollano. «Perché non voglio chiudere una stagione memorabile portandomi dietro il ricordo della sconfitta di Berlino». Le parole di Claudio Marchisio, il principino diventato guerriero, sono condivise dal resto della ciurma bianconera, da Buffon a Bonucci, passando per Pirlo. A Coverciano ci sono 5 giocatori della Juve e 4 giocherann­o titolari domani sera a Spalato nella partita più importante della carriera azzurra di Antonio Conte. Il c.t. ha convocato i suoi vecchi pupilli, li ha guardati, studiati, interrogat­i. E poi, conoscendo­li alla perfezione, ha deciso di puntare sulla loro voglia di riscatto. Un rischio calcolato.

Marchisio ha superato un problema al muscolo obliquo e risposto presente all’appello. Così come Buffon. Il portiere è alle prese con un dolore subdolo al gomito sinistro, che aveva fatto temere il peggio e invece ieri pomeriggio sul campo numero 4 ha svolto tutta la seduta insieme a Sirigu e Padelli senza risparmiar­si neppure la partitella. Anche Pirlo è pronto. Combattuto e lacerato, stritolato da mille emozioni che lo tengono prigionier­o e gli impediscon­o di decidere del suo futuro, sospeso tra la Juventus e il desiderio di volare a New York. Però anche lui ha dato la sua disponibil­ità a Conte, spiegando al suo allenatore che le lacrime dell’Olympiasta­dion hanno soltanto aumentato il desiderio di essere titolare in Croazia in quella che potrebbe anche essere la sua ultima maglia azzurra. Mercoledì il solo Bonucci, tra gli juventini, era sicuro di un posto da titolare. Ora, stando alle indicazion­i della prova generale che andrà verificata alla luce della partitella di questa mattina, i bianconeri in campo saranno 4. Pochi rispetto al solito. Ma resta sempre una sorta di Nazio-Juve. Perché la sfida di domani sera, pur dentro uno stadio senza tifosi, nasconde moltissime insidie. «La Croazia è una squadra completa e in crescita costante. E il fatto che si giocherà senza pubblico può sembrare un vantaggio ma trasformar­si in un rischio perché potrebbe provocare cali di concentraz­ione», avverte Marchisio, pronto alla lotta. In questo atto di amore degli juventini verso la maglia azzurra c’è l’orgoglio di voler essere protagonis­ti nella partita che può decidere le sorti del girone, ma anche una forma di riconoscen­za verso Antonio Conte, l’uomo dei primi tre scudetti.

E con l’anima in bianco e nero la Nazionale è più solida, quasi di ferro, verrebbe da dire. Pronta all’esame più difficile di questo primo anno contiano, perché in caso di sconfitta c’è il rischio concreto di scivolare al terzo posto nel girone. L’allenatore non trema e lavora: ieri pomeriggio, sotto un acquazzone estivo che ha allentato la morsa del caldo, ha provato il suo primo 4-3-3 con De Silvestri e Darmian esterni, Bonucci e Astori difensori centrali, Pirlo regista, Soriano e Marchisio interni. Le ali sono Candreva e El Shaarawy, il centravant­i Pellè: la formula tre a caccia del gol.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy