Villari (FI): la riforma? Discutiamone e si può votare
MILANO Al Senato si fanno i conti in vista della riforma del bicameralismo. E si parla dei voti che potrebbero arrivare da Forza Italia, nel caso i dem dissidenti facessero mancare i numeri alla maggioranza. «Una cosa è il tatticismo, una cosa il merito. Noi siamo opposizione. Ma valuteremo il testo», spiega Riccardo Villari, senatore FI (dopo aver lasciato nel 2009 il Pd), tra quanti guardano con favore alla fine del bicameralismo. Perché «è un tema troppo nobile per finire nel tritacarne del tatticismo. Discutiamo, c’è la possibilità di migliorarla. E Renzi sembra disponibile». Il testo, per Villari, va cambiato sul Senato non elettivo: «C’era accordo sull’elezione contestuale di consiglieri regionali e senatori». O sulle Regioni a statuto speciale. Con i ritocchi, sarebbe sì? «Non chiedo cambi, ma una discussione». Di fronte all’ipotesi che i verdiniani possano sostenere il ddl Villari replica: «Chi pensa che Verdini, senza se e senza ma, garantisca appoggio generico a Renzi è fuori strada. È troppo intelligente per chiedere ai senatori un appoggio a zero». Eppure si discute di gruppi autonomi. «Se ne parla nei capannelli, ma nessuno è venuto a propormelo. C’è sofferenza, c’è chi pensa che il Nazareno fosse un modo per contare, altri non si fidano di Renzi». E chi «strumentalizza il Nazareno per la resa dei conti dentro FI, che però non può avere come ostaggio la riforma della Costituzione».