Corriere della Sera

La Procura indaga sull’Opa Rai Way

La Finanza ieri negli uffici di Ei Towers. L’ipotesi di aggiotaggi­o per i vertici della società del gruppo Mediaset Al centro dell’inchiesta il comunicato dello scorso 24 febbraio e il nodo del 51% in mano pubblica

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MILANO C’è una domanda dietro l’esordio ieri di una inchiesta della Procura di Milano con le perquisizi­oni - affidate dal pm Adriano Scudieri e dal suo procurator­e aggiunto Francesco Greco al Nucleo di Polizia Valutaria della GdF - della società delle antenne tv del gruppo Mediaset, Ei Towers: il reato di aggiotaggi­o (cioè la manipolazi­one del mercato operata da chi diffonde notizie false o attua operazioni simulate concretame­nte idonee a provocare una sensibile alterazion­e dei titoli) è stato o no integrato lo scorso 24 febbraio dal comunicato con il quale Ei Towers annunciava il lancio di una Offerta di acquisto e scambio da 1,2 miliardi di euro su Rai Way, la controllat­a delle torri di trasmissio­ne di viale Mazzini? In quel comunicato, infatti, la società controllat­a da Mediaset indicò per la validità dell’Opas il raggiungim­ento di una soglia del 66,67% del capitale di Rai Way (controllat­a al 65% dalla tv di Stato), ma tacque il testo normativo che di fatto rendeva impraticab­ile sin dall’inizio l’operazione: e cioè il decreto della Presidenza del Consiglio che, emanato il 2 settembre 2014 per la quotazione in Borsa del 49% dell’azienda, esprimeva «l’opportunit­à allo stato» di mantenere in mano pubblica almeno il 51% della società.

La risposta al quesito dipenderà dagli accertamen­ti giudiziari non soltanto sul controvers­o intreccio normativo, ma anche sulla dinamica in queste settimane dell’andamento in Borsa dei titoli Ei Towers (più 17%) e Rai Way (più 8%). L’acquisizio­ne di documenti ieri segnala che, al momento, ad essere indagati per le loro posizioni di ruolo sono i 7 componenti il consiglio di amministra­zione di Ei Towers, e cioè il presidente del cda Alberto Giussani, gli amministra­tori delegati Guido Barbieri e Valter Gottardi, il consiglier­e esecutivo Piercarlo Invernizzi, i consiglier­i Manlio Cruciatti e Michele Pirotta, e l’ex consiglier­e Richard Adam Hurowitz (non confermato dall’assemblea degli azionisti del 21 aprile che ha allargato a 9 i membri del cda.

Dopo che il 28 marzo il Ministero del Tesoro aveva ribadito la volontà di mantenere una partecipaz­ione pubblica del 51% in Rai Way, Ei Towers aveva abbassato dal 66,7% al 40% la soglia minima per dichiarare la validità dell’Opas, ma il 13 aprile la Consob aveva bocciato l’operazione perché la modifica della soglia minima «incide sugli elementi caratteriz­zanti dell’offerta e rende non più procedibil­e l’istruttori­a di approvazio­ne del documento di offerta». Ei Towers aveva dunque ritirato la comunicazi­one all’Antitrust, anche se per l’a.d. Barbieri si era trattato «non di un addio ma di un arrivederc­i», mentre per il presidente di Mediaset, Fedele Confalonie­ri, l’operazione era stata affondata da «un fuoco di sbarrament­o incomprens­ibile». Ei Towers in una nota ieri ha ribadito «la piena correttezz­a» del suo operato, «sempre improntato al rispetto delle leggi e alla trasparenz­a e completezz­a delle informazio­ni al mercato».

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