Da Brexit a Russell Brand: il vocabolario delle elezioni
Una campagna così gli inglesi non l’avevano mai vista. Dalla A alla Z, ecco perché.
Mette d’accordo destra e sinistra. E pazienza per chi chiede più investimenti pubblici. Solo i nazionalisti scozzesi sfidano il mantra del rigore, che avvicina Londra a Berlino più che all’asse latino.
L’uscita dalla Ue (British exit) è possibile, chiunque governerà. Mentre la politica londinese diventa sempre più europea (coalizioni all’italiana, governi di minoranza alla danese…) .
Da Cameron a Miliband, interviste al tepore del fornello (spento). I comizi? Pericolosi (per l’immagine). Come gli incontri casuali: basta il vaffa di un passante che diventa virale sui social, e il candidato è bollato. L’hanno chiamata «campagna nordcoreana», però small: eventi con supporter
Austerity.Brexit.Cucina.selezionati. Meglio se stretti in una delle cucine casalinghe…
strategy. Campagna cannibale: i conservatori che cercano di «decapitare» gli alleati liberaldemocratici, meglio se di spicco, collegio dopo collegio. Pronti però a salvare il seggio del loro leader, Nick Clegg: a Sheffield metà dei Tory voterebbero per il vice premier uscente. Altrimenti la coalizione con chi la fanno?
DecapitationEuroscettici.«Ormai lo sono tutti i partiti», avverte il Financial Times. Scozzesi a parte. Cameron ha promesso il referendum dentro-fuori dalla Ue entro il 2017. E Miliband? Anche lui referendum, se ci saranno nuovi trasferimenti di competenze a Bruxelles. E nel programma laburista l’Europa arriva a pagina 76 (su 83).
Ogni partito ha un tetto di 30 milioni di euro da spendere nella campagna. In America forse non bastano per gli
Finanziamenti.addobbi della notte elettorale…
Campagna poco nordcoreana: Natalie Bennett, leader dei Verdi, fa volantinaggio senza essere riconosciuta. Non solo ambiente: Natalie è favorevole ai «matrimoni a tre».
Parliament. Un altro Parlamento «appeso», nessun partito con una maggioranza per governare da solo.
La paura degli stranieri (più immigrati africani che idraulici polacchi) gonfia i discorsi di Nigel Farage dell’Ukip. Un aristocratico di Varsavia l’ha sfidato a duello.
Su 73 circoscrizioni, 47 per il Labour (9 più del 2010).
Il distacco con cui il suo Chelsea ha vinto la Premier è un miraggio per i politici del grande pareggio. E il calcio non è più hot come per Blair e soci. Miliband va matto per i guantoni dei Red Sox. Cameron non sa a che squadra tiene: Aston
Green.Hung Immigrazione.Londra. Mourinho.Villa, anzi no West Ham, a seconda di dove tiene il discorso…
(Sturgeon). La leader scozzese, la più abile su Twitter. Calma, astuta, autentica: una Merkel separatista.
I suoi ex guru litigano anche a Londra: Jim Messina consiglia Cameron, Axelrod i laburisti.
Nicola Obama. Party. Queen’sCameron ha cancellato il party del party, nella notte elettorale. Troppa incertezza. speech. Il discorso che la regina terrà il 27 maggio, annunciando in Parlamento le politiche del governo. Quale? Fino a quel giorno, c’è tempo per trattare.
Russell(Brand). L’attore-attivista, re di YouTube, 10 milioni di follower. Ha predicato l’astensione, poi invitato a votare Labour. Dopo l’intervista con Miliband (in cucina).
Scozia.Ma non avevano perso il referendum? Gli indipendentisti stracciano i laburisti (forse 59 seggi a 0). Terzo partito (con il 4%). Kingmaker (povera regina).
Tavole. Ukip. VivienneEd come Mosè. Le promesse laburiste scolpite nella pietra (lastra magari da piazzare nel retro di Downing Street). Il partito dell’Indipendenza di Farage, antieuropeisti sfegatati e accreditati del 14%. (Westwood). La stilista-attivista ha donato 300 mila sterline ai Verdi (ma i giovani Green la contestano per una storia di tasse, 2 milioni all’anno, pagate in Lussemburgo).
O’Connell. 37 anni, ingegnere, 3 figli: la prima transgender poligama a scalare il Parlamento (con i libdem). Vive con la transessuale Sarah, che è sposata con Sylvia. Anche questo è Regno Unito.
Zoe@mikele_farina