«Banshee» e il fascino dei colpi di scena nel mondo Amish
Vale la pena dare un’occhiata a «Banshee – La città del male», la serie americana che tra i suoi produttori esecutivi vanta una firma molto prestigiosa, quella di Alan Ball. Dopo la raffinata saga della famiglia di «sotterramorti» raccontata in «Six Feet Under» e dopo «True Blood», il fantasy popolato da vampiri e altre creature sovrannaturali, Ball è tornato alla tv con un telefilm realizzato per il canale Cinemax (legato al celebre HBO).
«Banshee», di cui su Sky Atlantic è iniziata la seconda stagione, prende il nome da una minuscola cittadina dove tutti si conoscono e ai cui margini vive una piccola comunità Amish, un gruppo di protestanti
Vincitori e vinti
AMICI Maria De Filippi Seconda sfida del sabato, vince sempre Canale 5 con 4.970.000 spettatori, 23% di share SENZA PAROLE Antonella Clerici Seconda sfida del sabato, Rai1 raccoglie 3.350.000 spettatori, 14,5% di share di origine tedesca che vive di agricoltura e rifiuta il progresso tecnologico, basando la propria identità e la propria organizzazione sociale su indissolubili legami familiari (venerdì, ore 21.10).
Il punto di partenza della serie è un furto d’identità: un misterioso ex detenuto esce di prigione e si spaccia per Lucas Hood, appena nominato sceriffo della città. Il suo obiettivo è ritrovare l’amante e complice Anastasia, che vive proprio a Banshee insieme alla nuova famiglia che si è costruita.
Le cose non filano proprio lisce e presto la cittadina si rivela piena di lati oscuri e terribili segreti, soprattutto legati al boss criminale Kai Proctor, che Hood deve gestire.
Va a finire che il male s’insinua anche nel recinto protetto della comunità Amish e nella riserva indiana che costituisce l’ambiente principale della seconda stagione.
Se una delle tendenze più forti delle serie contemporanee è quella di puntare tutto sull’approfondimento psicologico dei personaggi, sull’evoluzione dei loro caratteri, «Banshee» segue una strada diversa: racconta la sua storia con uno stile visivo molto forte, sfacciato, e basa il suo fascino su colpi di scena continui e sequenze d’azione molto d’impatto. Tra i suoi creatori c’è anche il romanziere Jonathan Tropper.