L’auto sempre connessa al web lancia l’Sos e dà la caccia ai ladri
Il sofisticato sistema On Star trasforma la vettura in un computer viaggiante
francesi ( nella foto a destra) si trova sul canale Motori del Corriere.it. Torneremo a Modena per provare qualsiasi altra auto ci riporti in quel mondo che trova sempre nella guida un gusto vero, fisico e mentale. Troverete immagini e articoli puntualmente online. Abbiamo cominciato con l’indimenticabile
Si chiama Internet of Things (IoT), è il web che scorre negli oggetti. Auto inclusa. Nel 2020 una vettura su cinque sarà connessa a internet e le auto online potrebbero essere 250 milioni (stime di Gartner Inc.). Oggi sono 23 milioni. Secondo l’Osservatorio IoT della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia ci sono oltre 8 milioni di oggetti connessi, il 55% è un’auto. Numeri per un business che l’industria automobilistica non può lasciarsi scappare: l’auto connessa vale ora 30 miliardi di euro, arriverà a 170 miliardi nel 2020 (previsione McKinsey).
Non è un caso che General Motors introdurrà in Europa su tutta la gamma Opel, il servizio telematico OnStar, attivo negli Stati Uniti dal 1996 sugli altri marchi del gruppo e utilizzato da oltre 7 milioni di clienti.
OnStar sfrutta la connessione 4G LTE dell’auto, la stessa di uno smartphone di ultima generazione, per garantire la massima sicurezza: in caso d’incidente, la vettura manda una richiesta di aiuto al contact center che prova a chiamare gli occupanti del veicolo e se non ottiene risposta, invia i mezzi di soccorso più vicini. L’assistenza è garantita per 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno.
Opel anticipa così l’eCall, la chiamata d’emergenza obbligatoria in Europa a partire dal 2018. Negli Stati Uniti, OnStar risponde a quasi 100 mila chiamate di emergenza (di qualsiasi tipo) al mese, in automatico o attraverso il pulsante sos nella consolle centrale.
Il servizio va oltre, ad esempio fornisce assistenza in caso di furto del veicolo: tramite OnStar è possibile inviare un comando all’auto e bloccare l’avviamento del motore. Grazie a connessione e Gps, è più facile ritrovare l’auto e il prezzo della polizza assicurativa si riduce. Almeno in Usa, in Europa si vedrà. L’auto diventa un hot spot Le immagini Guarda sul canale Motori del Corriere.it il video delle Peugeot in pista a Modena milioni. Sono gli oggetti connessi in Italia. Tra tutti questi, il 55 per cento è un’automobile Gutmann, un’auto che ti lascia i segni nelle mani, ogni gesto, anche solo quello di girare lo sterzo a tre razze voluto dal preparatore tedesco, è movimento autentico, pensato, realizzato e, se riesci, concluso lì dove volevi. Lo percepisci tutto. Ha il sapore di qualcosa che devi volere, mentre tra una curva e l’altra l’odore della benzina invade l’abitacolo. Normale. Per quegli anni là. Oggi, c’è altro. Ma c’è ancora la possibilità di non fare della guida un gesto scontato come aprire un frigorifero, saltare sull’ascensore o dire «ciao, come va?». Ecco quello che cercheremo: questo altro che ancora ci lega al sedile e ci fa stringere il volante. Dopo le Peugeot si continua con la Mercedes AMG GT S, la supercar tedesca che vuole sfidare la Porsche 911 e la Ferrari che verrà. E via così, sotto a chi tocca. Seguiteci (in pista) sul canale Motori del Corriere.it.