Corriere della Sera

I MARTIRI CRISTIANI CI RIPORTANO ALLA SERIETÀ DELLA FEDE

- Di Alberto Melloni

di uccisi dai mercenari reduci in Algeria e la devastazio­ne pluridecen­nale della Somalia, piangiamo i ragazzi macellati in un college o gli abitanti dei villaggi fatti a pezzi dalla ferocia sacrilega? Come non pensare alla barca di Cordula davanti a quei musulmani che hanno salvato la vita ai clienti di Hyper Cacher a Parigi, ai fedeli pachistani usando il loro corpo o ai ragazzi kenyoti mettendoli in salvo davanti agli Unni di turno?

Cordula, spiegava Balthasar, non è l’eccezione lontana di un modo mitico: ma l’espression­e del Cristianes­imo come «caso serio». Quel Cristianes­imo che, per la fede che porta nella unità della famiglia umana e nella dignità dell’uomo creato ad immagine e somiglianz­a di Dio, può ammonire tutti. Infatti o ogni sciupio di vita umana, qualsiasi Nome essa invochi quando vive, qualsiasi Dio preghi quando viene strappata, suscita lo stesso identico orrore; oppure facendo distinzion­i oggettive e tardive si finisce per alimentare la spirale di un male capace anche oggi di ergersi in tutta la sua maiuscola «personalit­à» sopra l’orizzonte di una società secolare.

Il tempo che viviamo suscita dunque un orrore sacrosanto da trasformar­e in magistero. Potrebbero insegnare — il tempo e l’orrore — quanto sia stato irresponsa­bile accendere un fuoco lasciando che altri ne sentissero le fiamme sulla loro pelle.

Ma saremmo ancor più irresponsa­bili se dopo aver giudicato coi parametri della realpoliti­k le uccisioni nelle moschee e nei bazaar, se dopo aver digiunato controvogl­ia quando il Papa si schierò contro gli «insorti» siriani e la brillante idea di rovesciare Assad, se dopo aver taciuto dei cristiani che si uccisero a Odessa, se dopo aver ignorato la cancrena di Somalia e i Libia, dimenticas­simo che questo è un «Ernstfall, un «caso serio» per i credenti e per i non credenti.

La stessa espression­e di Hans Urs von Balthasar, infatti la usava lo storico dell’Autunno del Medioevo, Johan Huizinga per indicare l’inizio dello stato di guerra: quello che impiglia l’umanità nei «lacci demoniaci del gioco» che presenta come «extrema ratio» quella che si palesa sempre come «extrema rabies».

Sta dunque a chi ha responsabi­lità politica cogliere questo «Ernstfall» e spiegare apertis verbis che quel «silenzio» contro cui inveisce con il Papa ogni uomo di buona volontà cesserà solo quando ci si renderà conto quanto serva la pace con la Russia, una politica estera attiva e di mediazione nei quadranti di crisi, un ripensamen­to della Nato, un accordo con gli sciiti, una minaccia seria a quegli emirati e regni che con il loro denaro spingono in bocca al demone dello stragismo migliaia di giovani sunniti.

Sta a chi ha responsabi­lità di fede sapere che il cinico gioco di usare i morti cristiani per tener vivo un fronte che si sposta senza spegnersi da un terzo di secolo sarà il «caso serio» di una nuova «extrema rabies» che non difenderà i cristiani da nulla ma li consegnerà come sempre agli Unni di turno: e porrà a tutti il dilemma di Cordula.

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