Carlitos non va mai in vacanza la tribù Juve ringrazia l’Apache
Il Genoa non regala nulla, ma ci pensa Tevez che segna e poi sbaglia un rigore
A tutto Tevez. Dopo le due perle di Dortmund, l’Apache completa la sua straordinaria settimana con un’altra magia (più un rigore sbagliato) che lancia la Juve verso lo scudetto. «Ora dobbiamo chiudere più in fretta possibile il campionato per poi pensare alla Coppa Italia e alla Champions — afferma Carlitos, che sale a quota 16 gol in campionato (24 totali) —. Al sorteggio avrei preferito il Barcellona o il Real Madrid perché ora tutti dicono che siamo già in semifinale. Il Monaco
La Juventus non ha compagnia, in tutti i sensi. Gioca da sola alle 15 di una domenica bizzarra e da sola conferma il suo dominio sul campionato italiano dopo una partita aspra, scorbutica, fallosa contro il Genoa, l’unica squadra a batterla con quel gol beffardo all’ultimo minuto del recupero di Antonini, poi scomparso dai radar del Grifo e della serie A (sic transit gloria mundi). Da allora, come accadde al gruppo di Conte a Firenze (2013), Madama, seppure con un ritmo meno militaresco (18 vittorie, 6 pareggi) si è rimessa in marcia, arrivando a 10 partite dallo scudetto numero 4 in fila. La squadra gioca con il lutto al braccio per le vittime dell’attentato di Tunisi e ha qualche inevitabile ruggine derivante dall’impegno glorioso di Champions League. Il problema però non tocca Carlitos Tevez che interpreta il suo ruolo con una furia e una determinazione fuori dal comune. Alla prima occasione fulmina Perin con un tiro violentissimo al termine di uno sfondamento irresistibile ma favorito da una marcatura estremamente liberale dei genoani.
Basta lui, basta l’Apache alla rete numero 16 in campionato, per piegare il Genoa che ha qualche buon momento nel primo tempo, una decina di minuti in cui occupa il territorio juventino senza, però, riuscire a sfondare.
Meno facile del previsto, come aveva profetizzato Allegri, soprattutto per la scontrosità dell’avversario che ha una buona disposizione sul terreno ma costruisce poco in fase offensiva (anche per la solidità bianconera). Comunque il Genoa è restio a subire una goleada, come dimostra il rigore parato da Eugenio Lamanna, entrato per l’acciaccato Perin, a Carlitos Tevez. Il portiere di scorta entra di è forte, se ci rilassiamo un po’ rischiamo di andare fuori. Il mio futuro? Qui sono felice, tutti lo sanno e non voglio parlarne. Devo sfruttare questo momento che è unico, nulla più». Max Allegri (foto) lo applaude: «Ha fatto un gol straordinario, a compimento di un’annata straordinaria. Il calcio è arte: i giocatori bravi devono essere liberi, senza indicazioni e ruoli da rispettare. Tevez è l’esempio». Gigi Buffon vede il traguardo e ammette: «Sinceramente avevo qualche dubbio sul fatto di poter rivincere lo scudetto perché i numeri non giocavano dalla nostra parte e c’era una Roma in grande ascesa. Quindi fare un percorso simile, a 10 gare dalla fine, è qualcosa di impensabile. Allegri è stato una piacevolissima sorpresa, ha fatto la scelta più coraggiosa: venire alla Juve in un momento storico così, rischiando, e per i risultati che sta ottenendo merita soltanto complimenti». Mattatore Il destro in diagonale di Carlitos Tevez, 31 anni, che ha deciso la partita tra Juventus e Genoa. L’argentino è alla seconda stagione in bianconero, il suo bilancio, considerato campionato e coppe, è di 84 presenze e 45 gol (LaPresse) la festosa gita fuori porta di Dortmund, non ha incassato gol. In campionato ha vinto 3 volte per 1-0, seguendo proprio i desideri del tecnico che aveva indicato questo come il risultato perfetto. La Juventus concede poco alla bellezza fine a se stessa, ma è imbattuta allo Stadium da 42 partite di serie A e di queste ne ha vinte 38. Insomma la strada percorsa da Allegri è perfettamente consequenziale a quella di Conte. La sfida, almeno in Italia, è vinta anche se il tecnico livornese rifiuta di cedere al clima già allegrotto dell’ambiente. Su twitter, però, si lascia andare facendo gli auguri ai convocati per le nazionali e prevedendo «una primavera bianconera». Ma in questa domenica, che sembra più una propaggine dell’inverno, il pensiero sembra andare all’Europa.