«Mi gonfia la ricevuta? Tanto paga l’Europa» Il partito di Farage nei guai
Video incastra una deputata degli anti-Ue, che si dimette
Nelle stanze della politica britannica il vizietto della nota spese gonfiata è duro a morire. Vecchi o nuovi che siano, i furbetti ci danno dentro. E l’arrembante Janice Atkinson che dopo avere abbandonato i conservatori si è data anima e corpo alla causa di Nigel Farage è l’ultima ad essersi fatta trovare con le mani nella marmellata.
Desta un po’ di sorpresa perché la signora, che è entrata la scorsa primavera nel Parlamento europeo con le truppe Ukip e che vorrebbe sedersi il prossimo 7 maggio a Westminster candidandosi alle elezioni generali in un collegio ben disposto verso il Partito dell’indipendenza, si è sempre elevata a giudice supremo dell’onestà e della buona condotta dei rappresentanti del popolo. Parole. Poi, gratta gratta, è pure lei scivolata.
Si sa che il Sun, il tabloid del gruppo Murdoch, tifa per i tory e si sa che non difetta di spregiudicatezza. Le sue colonne sono poste a difesa di Cameron e compagnia, per cui i reporter sono sguinzagliati a cercare porcherie combinate da chi minaccia di sfrattare il primo ministro da Downing Street. Però carta canta. Anzi, registratore e video cantano. Il Sun, chissà come, ha filmato una lieta cena di simpatizzanti dello Ukip durante il congresso a Margate e ha immortalato una delle assistenti della Atkinson mentre, con disarmante normalità, chiedeva al personale di rilasciare una ricevuta taroccata per le libagioni. E di fronte alla «generosità» del titolare che alzava fittiziamente il conto da 950 a 3.150 sterline (chiedendo «è abbastanza?») la suddetta portaborse commentava entusiasta: «È più che abbastanza». Il tutto per ottenere dal Parlamento europeo un rimborso extra da versare nelle casse del partito. «Facciamo Rimborsi generosi Nigel Farage, 50 anni, con una bottiglia di vino in mano tra alcuni sostenitori dopo un’elezione locale vinta dal suo partito. Dal 2010 Farage guida gli euroscettici del Partito dell’indipendenza (Ukip), che negli ultimi sondaggi sono al 14-15% dei consensi. Lo scandalo delle note spese rischia di danneggiare pesantemente Farage, che si presenta come politico anticorruzione pagare a Bruxelles un poco di più, almeno così ci riprendiamo i soldi che le diamo...», dice l’assistente.
Roba da dilettanti e di modesta entità monetaria. Ma pur sempre truffa, anche se di serie B. Pessimo esempio da parte di chi invoca pulizia e cambiamento. È vero che non è Janice Atkinson direttamente a chiedere l’elemosina ma che una sua collaboratrice abbia agito autonomamente è fortemente improbabile. Tanto che la polizia del Kent ha aperto una inchiesta e il leader Farage ha sospeso la sua parlamentare europea e candidata alla Camera dei Comuni. «Sono scioccato. È una delle cose più disoneste e stupide che ho visto nella mia vita. Aspetteremo le indagini ma non la vedo bene». Brutto colpo d’immagine per lo Ukip.
Che nel circuito della politica il trucchetto della nota spese serva ad arrotondare lo stipendio è una realtà. Cinque anni fa, proprio alla vigilia delle elezioni, mezzo Parlamento uscente fu coinvolto nello scandalo dei rimborsi falsi: coi soldi dei contribuenti si pagavano mutui, vacanze, piante, impianti stereo, persino carta igienica o cibo per gatti. Ci fu il repulisti fra tory e laburisti (in egual misura). Ma il virus è ricomparso. E pare che ora abbia attaccato gli «insospettabili». I sondaggi dicono che lo Ukip è al 14-15%. Una spina nel fianco per i boccheggianti conservatori. Forse il ristorante di Margate e il Sun daranno una mano a fermare l’emorragia di consensi. Cameron timidamente sorride.
@fcavalera