Corriere della Sera

Vantaggi

-

L’esborso è molto alto perché gli studi sono impegnativ­i per ogni malattia Con questa tecnica però i pazienti guariscono per sempre

el 2012 l’European Medicines Agency e la Food and Drug Administra­tion hanno autorizzat­o per la prima volta l’immissione in commercio di una terapia genica, l’alipogene tiparvovec, contro il deficit di lipoprotei­na lipasi, rarissima malattia genetica nella quale manca la capacità di metabolizz­are i trigliceri­di.

A fine 2014 la Germania ha pubblicato il «listino prezzi» della cura e da allora si è tornati a discutere su questi trattament­i innovativi: nel caso specifico una sola iniezione sembra risolutiva, ma costa circa un milione di euro.

Un prezzo analogo a quello che potranno avere in futuro altre terapie simili ora in sperimenta­zione. Costi esagerati per sistemi sanitari a corto di risorse? «L’arrivo sul mercato della prima terapia genica è molto positivo: finalmente l’industria investe nel settore, l’unico modo per rendere prescrivib­ili e disponibil­i queste cure — risponde Luigi Naldini, direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (Tiget) di Milano, dove sono allo studio trattament­i per sette patologie, di cui tre in fase di sperimenta­zione clinica avanzata —. Il costo è alto perché sviluppare una terapia genica richiede anni di studi dispendios­i, ma occorre valutarlo in un’ottica più ampia: molte delle malattie trattate comportano spese enormi per i sistemi sanitari, risolverle con un grosso esborso una tantum può essere vantaggios­o. Ad esempio, per la profilassi dell’emofilia con il fattore ricombinan­te si spendono 50-100 mila euro l’anno a paziente, senza contare ricoveri e altri costi; potrebbero bastare pochi anni per ammortizza­re un’eventuale terapia genica anche dispendios­a».

Oggi sono oltre 1800 le sperimenta­zioni cliniche completate, in corso o approvate per più di un centinaio di malattie. Gli intoppi, in passato, non sono mancati: i primi trial clinici risalgono al 1989-90 ma gli entusiasmi si raffreddar­ono dopo alcuni casi di leucemia a seguito dei trattament­i, per «congelarsi» del tutto nel 1999, quando il diciottenn­e Jessy Gelsinger fu il primo paziente a morire a causa di una terapia genica. Poi, con le prime prove concrete di efficacia e i nuovi vettori usati per portare il materiale genetico all’interno delle cellule, più sicuri ed efficienti, si è tornati a sperare.

E nella «rinascita» delle terapie geniche l’Italia è in prima

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy