Corriere della Sera

La collana

- Angela Frenda

Venti libri che parlano (anche) di cibo: la collana «Storie di cucina», curata dalla del

Angela Frenda, ha debuttato ieri con il primo titolo, «La parte più tenera» di Ruth Reichl

I volumi (in uscita tutti i giovedì fino a giugno) si trovano in edicola per una settimana a 7,90 euro più il prezzo del quotidiano. Oppure si possono acquistare online sullo store del arliamo di cucina? Detto così, per qualcuno, può sembrare un argomento da spadellatr­ici/spadellato­ri. Un tema poco «alto». Ancora peggio se lo si immagina calato nelle pagine di un libro. E invece è proprio lì, tra quelle parole scritte da chi il cibo lo ama e lo sente come parte della propria vita, che questo mondo assume la sua forma migliore. In un momento in cui la cucina è sopraffatt­a dalle immagini, che talvolta rischiano di essere prepondera­nti rispetto al testo, immergersi in un libro che parla di cucina è un’esperienza unica. Guardando indietro, al 1999, la Nigella Lawson di How to Eat è una delle ultime occasioni in cui un testo di cucina si è venduto esclusivam­ente grazie alla potenza del testo. Eppure il cibo quasi ci sovrasta negli scaffali delle librerie. Ma soprattutt­o: è ovunque. Nei saggi, nei libri di storia, nei romanzi, nei memoir. Ecco perché il Corriere della sera ha deciso di andare controcorr­ente e offrire ai propri lettori una serie di libri che parlano di cibo e di cucina senza essere dei testi di ricette «tout court». In Storie di cucina troverete 20 titoli, tra stranieri e italiani. Libri dalle dimensioni ridotte che aspirano a essere oggetti desiderabi­li. A cominciare dalla creazione delle copertine (ispirate a quelle, geniali, create da Coralie Bickford-Smith per una collana della Penguin) che ricordano disegni su porcellana. Tutti evocano in maniera eloquente che la scrittura di cibo non è solo cibo, ma il racconto di un intero modo di vita: un’emozione, un dolore, una storia. È per questo che con rammarico sono state scartate opere che pure meritano di essere ricordate, come Il talismano della felicità di Ada Boni, La cucina napoletana di Jeanne Carola Francescon­i o La Pacciada di Gianni Brera e Luigi Veronelli, tanto per citarne alcuni. Gioco più facile in Inghilterr­a, dove la tradizione di scrittura di cibo è molto antica. Alcuni degli esempi più affascinan­ti sono stati raccolti da poco nell’antologia edita da Simon&Schuster, How the British Fell in Love with Food. Qualche esempio? Marguerite Patten, Robert Carrier, Elizabeth David o Jane Grigson: grazie a loro una zuppa o un arrosto della domenica sono diventati vita&passione. Venti racconti in cui sapori, gesti e ingredient­i sono strettamen­te intrecciat­i alla vita dei protagonis­ti. Si tratti dell’insalata di patate e cipolle di Ruth Reichl in La parte più tenera, oppure del Filo d’olio che dà il nome al libro “di piatti e ricordi” di Simonetta Agnello Hornby, o ancora delle ricette provate, sbagliate e riprovate dalla segretaria trentenne Julie Powell nel suo famoso racconto autobiogra­fico Julie and Julia, ispirato alla vita della cuoca simbolo per eccellenza Julia Child. Ma l’elenco dei titoli di Storie di cucina è lungo: si va

Ricordi Ruth Reichl bambina assieme alla mamma da Isabel Allende a Banana Yoshimoto, da Bee Wilson a Laura Esquivel, da Michael Pollan ad Alice Toklas. A volte il legame con il cibo è evidente, come in Chocolat di Joanne Harris o Il perfezioni­sta: vita e morte di un grande chef di Rudolph Chelminski. Altre volte lo si scopre tra le righe, nella memoria dei protagonis­ti, come in La casa nel bosco dei fratelli Gianrico e Francesco Carofiglio. Poi ci sono piccole perle come il libro di M.F.K. Fisher, Biografia sentimenta­le dell’ostrica. O due inediti per l’Italia: Il pedante in cucina di Julian Barnes e Home cooking di Laurie Colwin. Il primo titolo è uscito ieri in edicola (7,90 oltre il prezzo del quotidiano): è La parte più tenera, storia dell’educazione alimentare/sentimenta­le della critica culinaria del New York Times Ruth Reichl. Di lei si ricordano le sue strepitose recensioni dei ristoranti fatte travestend­osi e la direzione della rivista di riferiment­o per i gastro-liberal americani: Gourmet (purtroppo oggi chiusa). Credetemi: sarà difficile che riusciate a dimenticar­e le ricette della Regina della Muffa, della quale vi proponiamo i brownies. Giovedì prossimo tocca a Un filo d’olio di Simonetta Agnello-Hornby. Ma Storie di cucina potrà anche essere un’esperienza di lettura condivisa: si potranno raccontare impression­i e pensieri sui profili social della Cucina del Corriere (Cucina_Corriere su Instagram, @CucinaCorr­iere su Twitter) usando l’hashtag #storiedicu­cina.O segnalare alla mail cucina@corriere.it la propria storia di cucina preferita. Resta una domanda: di cosa parliamo quando parliamo di cibo? La risposta è di M. F. K. Fisher: «Tutto può essere una stella polare nella vita di una persona, credo. Poi, per alcuni più fortunati, come me, ha funzionato la cucina».

@angelafren­da

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