Corriere della Sera

Mattarella va, il patto del Nazareno vacilla

Renzi insiste e ottiene l’unanimità dal Pd, irritazion­e di Berlusconi e Alfano. Fitto attacca, spaccatura in Forza Italia

- Marco Galluzzo

Sergio Mattarella sembra avere la strada spianata verso il Quirinale. Matteo Renzi ha indicato il giudice costituzio­nale — uomo «della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola» — come candidato del Pd, che lo appoggia all’unanimità e ieri ha votato scheda bianca: secondo il premier l’elezione avverrà domani, al quarto voto, che richiede la maggioranz­a assoluta e non più quella dei due terzi.

La scelta di Renzi non piace al centrodest­ra: non all’alleato Alfano («Ma il governo non cade»); e tantomeno a Berlusconi: «Io ho mantenuto la parola, lui no», dice l’ex Cavaliere. Va dunque in crisi il patto del Nazareno, che per il Pd riguarda le riforme e non il Quirinale: ma proprio sulle riforme il leader di Forza Italia minaccia ritorsioni. Fitto parla però di «fallimento» e chiede l'«azzerament­o» della dirigenza del partito.

ROMA Mentre indica in modo ufficiale Sergio Mattarella, ne difende la storia e la carriera, lo presenta come esempio di buona politica, Matteo Renzi definisce il passaggio come «la vicenda istituzion­ale più rilevante che la Costituzio­ne prevede», rivendica il ruolo che si è ritagliato, che «non è arroganza, tocca a noi l’hanno detto gli altri partiti».

Davanti a senatori e deputati democratic­i, di prima mattina, Renzi scopre le carte, accompagna la scelta definendol­a «occasione per cancellare lo smacco del 2013», l’affossamen­to della candidatur­a di Romano Prodi, chiarisce che si attende il massimo di compattezz­a e trasparenz­a dal suo partito: «Non ci deve essere spazio per i giochini del dopo. Se si sceglie un candidato lo si vota».

A chi avesse dei dubbi, a chi pensa che magari l’indicazion­e possa essere ancora una mossa tattica, Renzi — che in mattinata riceve il presidente dell’Anticorruz­ione Raffaele Cantone — risponde: «Il Colle non è un passaggio per cui ci divertiamo a fare i nomi. Chi vuole bruciare i nomi fa i falò. Chiedo la massima franchezza».

Se da Forza Italia accusano che la scelta significa la violazione di un patto, quello del Nazareno, è Debora Serracchia­ni, vicesegret­ario dem, a ricordare che l’accordo politico con Berlusconi «riguarda la legge elettorale e le riforme. Se Berlusconi ha cambiato idea lo vedremo, ma è certo che Renzi non ha violato alcun patto».

Mattarella sarà votato alla quarta votazione, sabato mattina, aggiunge Renzi, tracciando un ritratto del politico siciliano che non ha sfumature, se non positive: uomo dalla «schiena dritta, della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola». Ma non solo: Mattarella «uno dei pochi che ha avuto il coraggio di dimettersi». E poi «è giudice costituzio­nale e noi stiamo cambiando la Costituzio­ne. Mattarella è difensore della Carta che non significa imporne l’intangibil­ità, ma essere capace di valorizzar­e i processi di transizion­e».

Il Pd si esprime all’unanimità, anche Bersani elogia la scelta, e c’è anche da aggiungere, è sempre Renzi a farlo, che il candidato ha anche un solido profilo internazio­nale: come ministro della Difesa, «visse momenti difficili nella politica estera, nei Balcani gestimmo le missioni internazio­nali vicino a casa, un tema importante, perché una delle caratteris­tiche richieste a un capo dello Stato è la condivisio­ne con gli alleati delle scelte di fondo».

E l’uomo ha avuto anche «il grande merito», con la legge elettorale definita Mattarellu­m, «di inserire almeno parzialmen­te i collegi, che impongono al politico di metterci la faccia » . Insomma la scelta avrebbe il merito di schiudere «un settennato» all’insegna della «serenità». Dentro un percorso, conclude Renzi, «che ci porterà alla fine naturale della legislatur­a». Ieri la prima fumata nera, con il quorum a 673 voti. Le schede bianche (indicate da Pd, FI e Area popolare) sono state 538, meno del previsto. Ma nel Pd si dicono convinti che il quorum di 505 voti, sufficient­e a eleggere Mattarella domani alla quarta votazione, sarà largamente superato.

 ??  ?? Tra i primi a votare ieri a Montecitor­io il presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi
Tra i primi a votare ieri a Montecitor­io il presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi
 ??  ?? 1 Giuseppe Maggio, documentar­ista della Camera2 Un tecnico per il voto elettronic­o3 Anna Rossomando, deputata pd, segretario d’Aula4 Valeria Fedeli, che ha sostituito Grasso alla guida del Senato5 Laura Boldrini, presidente della Camera6 Lucia Pagano, segretario generale di Montecitor­io7 Elisabetta Serafin, segretario generale di Palazzo Madama8 Raffaello Vignali, deputato ncd dell’ufficio di presidenza­9 Claudia Mannino, deputata dei 5 Stelle, segretario d’Aula123456­789
1 Giuseppe Maggio, documentar­ista della Camera2 Un tecnico per il voto elettronic­o3 Anna Rossomando, deputata pd, segretario d’Aula4 Valeria Fedeli, che ha sostituito Grasso alla guida del Senato5 Laura Boldrini, presidente della Camera6 Lucia Pagano, segretario generale di Montecitor­io7 Elisabetta Serafin, segretario generale di Palazzo Madama8 Raffaello Vignali, deputato ncd dell’ufficio di presidenza­9 Claudia Mannino, deputata dei 5 Stelle, segretario d’Aula123456­789

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