La Coppa Italia risveglia il Parma ma alla Juve basta un lampo di Morata
I bianconeri passano all’89’. Lo spagnolo: «Non era facile ma vogliamo vincere tutto»
La Juventus trasporta lungo la pianura Padana le difficoltà del primo tempo con il Chievo, ma la conclusione è la stessa. Un improvviso lampo di classe, di quella che alberga nei giocatori bianconeri, squarcia la fredda notte del Tardini e regala a Madama la semifinale di Coppa Italia, proprio quando i supplementari sono la logica (e giusta, diciamolo) conclusione di una partita che il Parma di questi tempi, piccolo naviglio allo sbando in campo e negli uffici qua sotto, ha condotto in modo esemplare, con impegno e dedizione, sfruttando lo spleen infrasettimanale dei campioni. Una combinazione tra Llorente e Morata che, in equilibrio sul fuorigioco, va a vanificare la buona gara del Parma e esclude un’altra mezzora, e oltre volendo, di fatica con il freddo che avanza.
Per Donadoni, che affida l’attacco, orfano di Cassano, all’ex ragazzo delle giovanili bianconere, Raffaele Palladino, è forse una sottile soddisfazione: però qui c’è qualcosa su cui lavorare, ancora. Dunque il clima è freddo, la Juventus pure. Il suo impatto sulla gara è flaccidino, il Parma, pur coperto con un 4-5-1, azzarda qualche buon contropiede. L’impressione è questa: se Madama accelera può fare quello che vuole. Però questa accelerazione non arriva, anzi il primo tempo della Juventus si posiziona tra i peggiori della stagione, tutto compreso. Invece il grande freddo che avvolge i rapporti tra tifosi, società, amministratori locali, giocatori a Parma, come ha avvisato Allegri alla vigilia, svanisce a contatto con il prato butterato del Tardini. Forse è professionalità, forse è orgoglio, forse è qualità (a Donadoni manca solo un attaccante), ma il Parma è sistemato bene in campo e la migliore occasione, prima del palo che Pepe colpisce all’ultimo minuto, capita a Nocerino, altro dei tanti ex, la Beffa Alvaro Morata batte Mirante in uscita e promuove la Juventus in semifinale, beffando il Parma
al fotofinish (Sport Image) cui conclusione, bene indirizzata, viene stoppata da un polpaccio sulla cui appartenenza si scatena un dibattito (c’è di mezzo un corner).
Il Parma c’è, la Juve no. È abulica, gelata, poco incline a sporcarsi le mani. Non procede né collettivamente, né singolarmente, zavorrata da quella supponenza rilevata tra fine 2014 e inizio 2015 da Gigi Buffon, a riposo in panchina nel