E De Luca si difese «Sabotaggio è una parola nobile»
«Ma quindi il processo lo fanno per davvero?». Gli inviati dei quotidiani francesi e inglesi si sorprendono all’ingresso in aula del procuratore aggiunto Andrea Beconi. Temevano di essere venuti a Torino per nulla, convinti che alla fine ci sarebbe stato un ripensamento. L’imputato scrittore è già arrivato da una mezz’ora, passata a fare foto con militanti No Tav e sostenitori assortiti che innalzano i cartelli «Je suis Erri» e fanno la coda per l’autografo sul libro dove racconta la vicenda che lo riguarda. C’è un’azienda di abbigliamento tecnico per la montagna che ne ha comprato una fornitura intera per regalarlo ai passanti fuori dal tribunale. Lui ha ricambiato indossando maglione e pantaloni della succitata azienda, e davvero sembra l’unico a suo agio, con un modo di fare tra l’ascetico e il sornione, e quest’ultimo aggettivo va inteso come un pudico eufemismo. Ai colleghi stranieri è stato difficile spiegare il senso di questo dibattimento. L’impeto patriottico di ribattere ai loro sguardi compassionevoli citando le vicende giudiziarie dello storico David Irving e del comico Dieudonné frana miseramente davanti a una evidente disparità dei fatti. Un conto è negare l’Olocausto o fare sfoggio di antisemitismo. L’invito non meglio specificato al sabotaggio della Tav fatto in un’intervista del 2013 è ben più modesta faccenda. De Luca lo ha capito ed evita con garbo ogni rimando alla tragedia di Charlie Hebdo. «Qui sono imputato da solo, ma fuori da quest’aula isolata è l’accusa» proclama, e preso dall’euforia del momento infila qualche castroneria, del tipo «sabotaggio è una parola nobile». Ma anche in aula l’accusa non sembra certo circondata da un’aura positiva, al punto che quando prende la parola il procuratore Beconi si fatica a capire chi sia il vero imputato. «Qui non si sta cercando di comprimere un diritto fondamentale come la libertà di manifestare il proprio pensiero, e nemmeno di entrare nella diatriba sul Tav» è il suo esordio. «Va solo verificato se è stato commesso un reato». E in quel periodo ipotetico pare già di cogliere un mezzo intendimento. L’avvocato Alberto Mittone, che denunciò De Luca per conto della società che si occupa della Torino-Lione, insiste sul passato militante dello scrittore e la difesa va sul velluto nel ricordare che questo è un processo a una frase e non alla biografia della persona che l’ha pronunciata. Segue ricorso di massa al vocabolario per studiare ogni possibile significato del termine sabotaggio. Chiudiamola in fretta, che è meglio per tutti.