Corriere della Sera

E De Luca si difese «Sabotaggio è una parola nobile»

- Di Marco Imarisio

«Ma quindi il processo lo fanno per davvero?». Gli inviati dei quotidiani francesi e inglesi si sorprendon­o all’ingresso in aula del procurator­e aggiunto Andrea Beconi. Temevano di essere venuti a Torino per nulla, convinti che alla fine ci sarebbe stato un ripensamen­to. L’imputato scrittore è già arrivato da una mezz’ora, passata a fare foto con militanti No Tav e sostenitor­i assortiti che innalzano i cartelli «Je suis Erri» e fanno la coda per l’autografo sul libro dove racconta la vicenda che lo riguarda. C’è un’azienda di abbigliame­nto tecnico per la montagna che ne ha comprato una fornitura intera per regalarlo ai passanti fuori dal tribunale. Lui ha ricambiato indossando maglione e pantaloni della succitata azienda, e davvero sembra l’unico a suo agio, con un modo di fare tra l’ascetico e il sornione, e quest’ultimo aggettivo va inteso come un pudico eufemismo. Ai colleghi stranieri è stato difficile spiegare il senso di questo dibattimen­to. L’impeto patriottic­o di ribattere ai loro sguardi compassion­evoli citando le vicende giudiziari­e dello storico David Irving e del comico Dieudonné frana miserament­e davanti a una evidente disparità dei fatti. Un conto è negare l’Olocausto o fare sfoggio di antisemiti­smo. L’invito non meglio specificat­o al sabotaggio della Tav fatto in un’intervista del 2013 è ben più modesta faccenda. De Luca lo ha capito ed evita con garbo ogni rimando alla tragedia di Charlie Hebdo. «Qui sono imputato da solo, ma fuori da quest’aula isolata è l’accusa» proclama, e preso dall’euforia del momento infila qualche castroneri­a, del tipo «sabotaggio è una parola nobile». Ma anche in aula l’accusa non sembra certo circondata da un’aura positiva, al punto che quando prende la parola il procurator­e Beconi si fatica a capire chi sia il vero imputato. «Qui non si sta cercando di comprimere un diritto fondamenta­le come la libertà di manifestar­e il proprio pensiero, e nemmeno di entrare nella diatriba sul Tav» è il suo esordio. «Va solo verificato se è stato commesso un reato». E in quel periodo ipotetico pare già di cogliere un mezzo intendimen­to. L’avvocato Alberto Mittone, che denunciò De Luca per conto della società che si occupa della Torino-Lione, insiste sul passato militante dello scrittore e la difesa va sul velluto nel ricordare che questo è un processo a una frase e non alla biografia della persona che l’ha pronunciat­a. Segue ricorso di massa al vocabolari­o per studiare ogni possibile significat­o del termine sabotaggio. Chiudiamol­a in fretta, che è meglio per tutti.

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