Corriere della Sera

Stop alle privatizza­zioni Debito da ridiscuter­e E la Borsa di Atene crolla

Bloccata la vendita della rete energetica e del Pireo

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Nicastro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Coerenti con il loro programma elettorale, i ministri di Alexis Tsipras hanno annunciato svariati provvedime­nti e i mercati hanno reagito malissimo. I titoli bancari sono scesi del 22 per cento portando il totale delle perdite da lunedì al 40%. La Borsa, nel suo complesso, ha limitato le perdite al 9% mentre i buoni del Tesoro greco a 5 anni ora rendono quasi il 14%.

Le agenzie di rating hanno annunciato nuovi ribassi, scavando al di sotto del grado «spazzatura» già sfoggiato dal debito greco. Il nuovo governo greco degli scravattat­i di sinistra sta solo mantenendo la linea. Quale sia e dove possa portare dipende ancora troppo dal pregiudizi­o di chi osserva. I titoli delle misure appaiono come insubordin­azioni alle ricette di risparmio ed efficienza dettate dai prestatori della troika.

«Non andremo ad una rottura distruttiv­a: il governo di Atene è pronto a negoziare con partner e finanziato­ri per una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito greco», ha detto ieri il neo premier aprendo il primo Consiglio dei ministri. Si parla intanto di fermare due privatizza­zioni (il porto del Pireo e il 30 per cento della Ppc, l’ex monopolist­a pubblica dell’elettricit­à), di reintegrar­e donne delle pulizie e bidelli e persino reintrodur­re la tredicesim­a per le pensioni. Raccontate così paiono oltraggi ai principi del libero mercato, derive verso la ristataliz­zazione dell’economia e la ripresa del deficit. Viste da Atene, però, le cose prendono un aspetto diverso. Il professore marxista divenuto ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha spiegato che reintegrar­e le donne delle pulizie è un dovere legale perché la magistratu­ra ha giudicato illegittim­o il licenziame­nto. Le riassunzio­ni, però, non peseranno sul bilancio grazie alla spending review che eliminerà i consulenti assunti dal precedente esecutivo. E così per ogni altro provvedime­nto che non verrebbe varato a deficit ma, come dice Varoufakis, «solo evitando di auto alimentare la crisi come è stato fatto sin ora». Lo stesso vale per il crollo delle azioni degli istituti finanziari. All’estero lo si attribuisc­e al timore che si attinga dal fondo di garanzia bancaria per pagare buoni pasto e alloggi popolari. Le banche resterebbe­ro senza salvagente e per questo i loro valori crollano. In Grecia i giornali sono pieni di indiscrezi­oni su questo o quel presidente di banca che starebbe per saltare. Con nuovi vertici si potrebbero scoprire prestiti inesigibil­i concessi ad amici di amici e rivelare buchi nei bilanci. Per questo le azioni calano.

Il premier Tsipras ha ieri catechizza­to con toni messianici il suo esecutivo: «Siamo qui per cambiare radicalmen­te l’amministra­zione dello Stato». Tolleranza zero per corruzione e arroganza. «Dobbiamo sforzarci, perché il popolo soffre e ci ha chiesto di difendere la sua dignità». Forse il linguaggio da bel sole dell’avvenire non aiuta a farsi intendere da tutti.

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