Trovato morto il bimbo scomparso dalla scuola
La mamma lo aveva lasciato come ogni mattina davanti alla scuola di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa, ma Andrea, 8 anni, non è mai entrato: lo hanno trovato morto nel pomeriggio in un canalone a quattro chilometri di distanza. «Troppi perché possa averli percorsi da solo», dice il procuratore di Ragusa Petralia.
Di certo c’è solo che un cacciatore l’ha ritrovato immobile, la testa fra sassi e cespugli, tre metri sotto il ciglio della strada che porta a un mulino, fra i ricchi poderi di Santa Croce Camerina, in fondo a un canalone, a quattro chilometri da scuola.
«Troppi — come dice il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia — perché un bimbo di otto anni possa percorrerli da solo». Quanto basta per far traballare l’ipotesi che il piccolo Loris Andrea Stival, primogenito di due genitori giovani, abbia marinato la «Falcone e Borsellino», senza oltrepassare il portone dell’istituto, senza entrare nella terza classe delle elementari di questo paesino zeppo di braccianti e di tanti immigrati, a dieci minuti dalle spiagge del commissario Montalbano.
Ma non è una fiction di Camilleri il dramma che sconvolge questa comunità immersa fra le serre e il barocco degli Iblei. A cominciare da insegnanti e bidelli, i primi ad essere interrogati, certi di non avere visto ieri mattina il piccolo Loris, figlio di un autotrasportatore di 30 anni, Davide Stival, origini venete, rintracciato in Campania, rientrato di gran corsa nella città dell’orrore con Indagini Gli inquirenti sul luogo in cui è stato trovato il corpo del bimbo Ad avvistarlo per primo è stato nel pomeriggio un cacciatore un volo per Catania, e Veronica, 25 anni, madre disperata perché è stata lei ad accompagnare il bimbo, ma, assicura, «lasciandolo a dieci metri da quel portone mai varcato».
Non si sbilanciano il procuratore Petralia e il suo sostituto Marco Rota anche quando si sparge la voce che Loris sia stato trovato con i pantaloncini abbassati: « Parliamo di un bimbo molto magro, senza cintura, con i calzoncini forse solo un po’ scivolati...». Dubbiosi i funzionari di polizia e gli ufficiali dei carabinieri che con il medico legale hanno ispezionato fino a tarda ora il corpo. Di «un fatto cruento» parla il colonnello dell’Arma Sigismondo
Ore 13
Ore 16.55 Fracassi. E prende corpo il terrore di un pedofilo al quale dare la caccia, «se di questo si tratta», come precisa il procuratore lasciando in piedi ogni ipotesi.
Sconvolta la madre che ripete mille volte lo stesso racconto: «Torno all’una davanti a scuola per riprendere Loris, ma lui non esce, mi informo, nessuno l’ha visto, comincio a tremare e poi capisco che non è entrato in classe. E dov’è mio figlio, dov’è andato, con chi è andato?». L’allarme scatta a pranzo con questi interrogativi. Fa presto il giro di casa in casa. E cominciano le ricerche. «Tutti certi che si potesse trattare di una monelleria», come ha sperato Franca Iurato, la sindaca di Santa Croce che conosceva bene Veronica, confortandola e trascinandola nel pomeriggio con sé nella sala regia dei vigili urbani. «Per controllare i filmati delle cinque telecamere piazzate nei dintorni della scuola». Ma senza esito. «Non si vede chi ha preso Loris». Ragione che accresce inquietudine nella stessa
Il buco di 4 ore La madre lo ha lasciato a 10 metri dal portone, all’una l’ha aspettato invano fuori da scuola
Veronica: «L’ho lasciato in fretta, lì a due passi dalla scuola, per tornare dall’altro mio bimbo che ha meno di un anno. Ma come potevo pensare che non sarebbe entrato a scuola?».
Madre incauta? «No, qui tanti bimbi vanno da soli a scuola, è una città sicura», insiste la sindaca. Non la critica nemmeno una zia che in serata s’aggirava con altri parenti attorno al canalone della morte: «Non sappiamo ancora se questo cucciolo è caduto da solo laggiù o se c’è un mostro che s’aggira fra noi...». Ma, mentre lo dice, la signora accanto a lei, la nonna paterna del piccolo, fa echeggiare un grido che inquieta: «Bastardo, non si può morire così».
Uno sfogo ermetico che amplifica l’apprensione attorno alla strada del mulino, come chiamano la zona perché ce n’è uno vicino, verso Punta Secca, proprio la distesa sabbiosa di Marinella, nel cuore di contrada Pirrera, di un sito bizantino dove si spegne l’esistenza di questo fagottino raccolto nel canalone, «senza segni di violenza immediatamente visibili», come dicevano in Procura in attesa del «verdetto» del medico legale.