Corriere della Sera

SE IL PACCO SOSPETTO E’ UNA NEONATA I SOLDATI SOGNANO PER UN GIORNO

- Michele Farina

Sembrava una bomba, era una bimba. Quando i soldati polacchi dell’Isaf hanno avvistato qualcosa di strano sul ciglio della strada, pattuglian­do un tratto della Highway 1 che da Kabul porta a Kandahar, non potevano immaginare. Sulla massicciat­a, in mezzo al nulla, a 2 km dal primo segno di vita, c’era un fagotto sospetto. In queste circostanz­e non bisogna essere rambo per pensare a un Ied, improvised explosive device, una di quelle «bombe artigianal­i» che sono l’arma preferita dei talebani.

Da aprile a giugno di quest’anno in Afghanista­n i comandi Usa ne hanno contate 4.566. Una media di 50 al giorno. Sotterrate ai bordi delle strade per colpire i convogli militari (decine di italiani sono stati uccisi o feriti in questo modo), nascoste nella spazzatura o piazzate come ripieno mortale nelle carcasse di animali. Le vittime sono civili e soldati, donne e veterani. A volte, come è successo a Kabul due settimane fa, l’esplosivo è nascosto nello zaino di baby kamikaze che si fanno saltare in aria (uccidendo altri bambini). Così, quando la pattuglia della Task Force White Eagle ha avvistato il fagotto sospetto sulla Highway 1, il primo pensiero è stato quello. Sono arrivati gli sminatori sui mezzi corazzati Buffalo. Gli artificier­i, ha raccontato il comandante della pattuglia colonnello Kalwak, si sono avvicinati con la solita cautela. Ma sono rimasti sorpresi: il pacco si muoveva leggerment­e. E soprattutt­o vagiva. Sotto un cartone, avvolta in un asciugaman­o rosso, c’era una neonata afghana. Un paio di giorni di vita.

Nessuno lo ha ammesso, ma sicurament­e qualcuno dei soldati deve averlo pensato per un istante per default. L’ultima invenzione dell’orrore. Una neonata bomba? Un lavoro da neonatolog­o-artificier­e: il paramedico della pattuglia, raccontano i comandi polacchi, ha visitato la bambina trovandola in buona salute per poi trasportar­la all’ospedale da campo della base avanzata Ghazni. Pola, così è stata chiamata dai soldati, è stata affidata alle autorità afghan e . Ma p r i ma i l c a p o r a l e Mi r o s l a w Myzszka è stato chiamato per una missione urgente: vai fuori a comprare del latte e un biberon. «Pensavo fosse uno scherzo. Quattro missioni e non avevo mai ricevuto un comando simile. Il più bello». Tettarelle al posto di lacci emostatici: un sogno nell’Afghanista­n di oggi (e di domani).

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