SE IL PACCO SOSPETTO E’ UNA NEONATA I SOLDATI SOGNANO PER UN GIORNO
Sembrava una bomba, era una bimba. Quando i soldati polacchi dell’Isaf hanno avvistato qualcosa di strano sul ciglio della strada, pattugliando un tratto della Highway 1 che da Kabul porta a Kandahar, non potevano immaginare. Sulla massicciata, in mezzo al nulla, a 2 km dal primo segno di vita, c’era un fagotto sospetto. In queste circostanze non bisogna essere rambo per pensare a un Ied, improvised explosive device, una di quelle «bombe artigianali» che sono l’arma preferita dei talebani.
Da aprile a giugno di quest’anno in Afghanistan i comandi Usa ne hanno contate 4.566. Una media di 50 al giorno. Sotterrate ai bordi delle strade per colpire i convogli militari (decine di italiani sono stati uccisi o feriti in questo modo), nascoste nella spazzatura o piazzate come ripieno mortale nelle carcasse di animali. Le vittime sono civili e soldati, donne e veterani. A volte, come è successo a Kabul due settimane fa, l’esplosivo è nascosto nello zaino di baby kamikaze che si fanno saltare in aria (uccidendo altri bambini). Così, quando la pattuglia della Task Force White Eagle ha avvistato il fagotto sospetto sulla Highway 1, il primo pensiero è stato quello. Sono arrivati gli sminatori sui mezzi corazzati Buffalo. Gli artificieri, ha raccontato il comandante della pattuglia colonnello Kalwak, si sono avvicinati con la solita cautela. Ma sono rimasti sorpresi: il pacco si muoveva leggermente. E soprattutto vagiva. Sotto un cartone, avvolta in un asciugamano rosso, c’era una neonata afghana. Un paio di giorni di vita.
Nessuno lo ha ammesso, ma sicuramente qualcuno dei soldati deve averlo pensato per un istante per default. L’ultima invenzione dell’orrore. Una neonata bomba? Un lavoro da neonatologo-artificiere: il paramedico della pattuglia, raccontano i comandi polacchi, ha visitato la bambina trovandola in buona salute per poi trasportarla all’ospedale da campo della base avanzata Ghazni. Pola, così è stata chiamata dai soldati, è stata affidata alle autorità afghan e . Ma p r i ma i l c a p o r a l e Mi r o s l a w Myzszka è stato chiamato per una missione urgente: vai fuori a comprare del latte e un biberon. «Pensavo fosse uno scherzo. Quattro missioni e non avevo mai ricevuto un comando simile. Il più bello». Tettarelle al posto di lacci emostatici: un sogno nell’Afghanistan di oggi (e di domani).