Federer e Serena, all’us Open va sempre di moda l’usato sicuro
Li avevamo lasciati lì, senza rancore, rinvigoriti dal verde verdissimo di Wimbledon con il trofeo in mano e un bel sorriso per i fotografi, Roger e Serena, i magnifici dinosauri che si rifiutano di lasciare Jurassic Park. E da oggi li ritroviamo a New York, al centro della Grande Mela che l’anno scorso li espulse come corpi estranei (Federer respinto in semifinale dal Djokovic doc della splendida annata 2011 e la Williams bocciata dall’australiana Stosur in finale), favoriti d’obbligo dell’Open Usa nel fiore degli anni (trentuno), coppia astrale nata a 48 giorni di distanza, l’usato sicuro che il tennis ripropone a fine stagione, nell’ultimo Slam orfano di Rafa Nadal che vorrebbe consacrare Roger e Serena al top. Federer, Nadal e Djokovic, insieme, hanno vinto 29 degli ultimi 30 titoli Slam (l’intruso è Del Potro), ed è difficile pensare che New York possa accucciarsi ai piedi di qualcuno che non sia Roger o Nole, con la variabile del campione olimpico Murray (intercetta Federer in semifinale), chiamato a dimostrare quanto l’oro di Wimbledon (quello tarocco) l’abbia trasformato. Federer punta al sesto Us Open: Tilden, nel ’25, fu l’unico a riuscirci. Serena in casa non vince dal 2008: «Accetto volentieri il ruolo di favorita». Dieci italiani al via (5 uomini e 5 donne, senza la Pennetta infortunata), con ambizioni minori. Good luck.