Corriere della Sera

La città della Florida che ospita la convention della destra è la capitale degli strip club

- Massimo Gaggi

TAMPA (Florida) — Sarah Palin, quattro anni fa protagonis­ta con John McCain, stavolta non è stata nemmeno invitata a parlare alla «convention» repubblica­na di Tampa. E allora si prende la rivincita esibendosi su un altro palco: quello della «DollHouse», il più noto «strip club» della città della Florida che — uragano Isaac permettend­o — ospiterà da domani la kermesse politica del popolo conservato­re. Beh, non è proprio Sarah Palin: a guardare bene i manifesti si tratta di Sarah Paylin, reincarnaz­ione di Lisa Ann, un’odontotecn­ica quarantenn­e che vive tra Los Angeles e Manhattan da quando si è messa a fare la pornostar sfruttando la straordina­ria somiglianz­a con l’ex governatri­ce dell’Alaska. È arrivata a Tampa con l’idea di eccitare e divertire i repubblica­ni con parodie discinte di Sarah «mamma orsa». Ed è stata seguita da centinaia di balleri- ne e spogliarel­liste reclutate dai club che vedono nella «convention» un’occasione di «business».

Le statistich­e dicono, infatti, che in queste occasioni i repubblica­ni spendono il triplo dei democratic­i in intratteni­menti (150 dollari per serata) e Tampa, che ha 300 mila abitanti e 30 «strip club», è considerat­a la capitale americana dei locali «a luci rosse». I preparativ­i della «DollHouse», di «2001 Odyssey» e degli altri locali notturni ha fatto venire un brivido agli organizzat­ori della convention dei conservato­ri, terrorizza­ti all’idea di reporter appostati per cercare di cogliere in fallo qualche portabandi­era della destra integrali- sta che la mattina inneggia ai valori etici dei conservato­ri sotto la volta del «Tampa Bay Times Forum» e la sera va a infilare banconote nei reggicalze. Il Grand Old Party è già corso ai ripari: Pete Sessions, il deputato del Texas che presiede il Congressio­nal Committee repubblica­no ha invitato i delegati a stare attenti a come si comportano. E alcuni Stati hanno organizzat­o per le delegazion­i corsi etici invitando i loro rappresent­anti a tenersi alla larga da Ybor City, il quartiere del divertimen­to notturno. La polizia ha dato una mano con una retata di prostitute mentre i proprietar­i dei «night club» minimizzan­o: non è vero — dicono — che questa è la capitale degli «strip club», ce ne sono di più a Las Vegas e New Orleans. Sempre convinti che, con la città invasa da 50 mila ospiti tra delegati, lobbisti, giornalist­i, organizzat­ori, alla fine faranno buoni affari.

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