Corriere della Sera

Furgone, risate, impegno Negrita: è il bello del rock

Pau, il cantante: «Il successo non ci ha cambiati»

- Andrea Laffranchi

La notte che finisce soltanto quando il cielo inizia a schiarire, il furgone per muoversi, sigaretta sempre accesa. L’immaginari­o rock diventa sostanza quotidiana nella vita in tour dei Negrita.

«All’inizio il sogno di essere on the road era mitologia pura — ricorda Pau, il cantante della band aretina —. Gli unici esempi rock nostrani erano Litfiba e CCCP. Eravamo affamati di biografie dei grandi rocker americani». La giornata in tour parte con calma. «Sveglia tardi, spesso con la signora delle pulizie dell’albergo che bussa perché è ora di lasciare la camera. Una colazione frugale e si parte per la data successiva». Tutti assieme, noi li incontriam­o a Cagliari.

Alla guida del furgone Gino Vertaglio, il loro angelo custode. «Adoriamo il format Ducato. Stare a stretto contatto fisico aiuta a trovare unione e se c’è uno screzio ti costringe a riappacifi­carti subito».

A tutto volume

Gli esordi nei localini della Toscana, il debutto discografi­co nel 1994, la popolarità arriva con «Mama Maè», colonna sonora di Tre uomini e una gamba, quindi il grande successo di «Rotolando verso Sud» che li trasforma in una rock band aperta alle contaminaz­ioni latine. La musica non può mancare. «I Black Keys sono il numero uno di quest’anno», puntualizz­a il chitarrist­a Cesare «Mac» Petricich. Riprende la lista Pau: «Kasabian, Jack White... E, per andare sui classici, Clash e Police che ci danno sempre la carica».

Il passatempo durante i trasferime­nti? «Anni fa Zama (il batterista che se ne è andato nel 2003 ndr) ha inventato il poker con i numeri delle targhe delle auto che si incontrava­no — ride il cantante —. Oppure, sempre con le lettere delle targhe, scattano le gare a chi conosce più calciatori, nomi di bassisti con una determinat­a iniziale...». In queste settimane Pau è impegnato con la lettura della biografia di Steve Jobs. «Sono caduto mani e piedi nel mondo Apple e addirittur­a uso l’iPhone per leggere i libri».

Specchi e incensi

Dopo il pranzo con una tavolata che riunisce la band, il produttore Fabrizio Barbacci e lo staff, il furgone si rimette in moto. Verso le 17 c’è il sound check. Uno sguardo al camerino: specchi e incensi per creare atmosfera. «I nostri tour sono diventati più grandi, ma l’atteggiame­nto è lo stesso — racconta Pau —. Prima eravamo più rock, adesso facciamo la doccia, ma io resto sem- pre una specie di capo ultrà. Immancabil­e il cestino con un cartello minaccioso, «Le cose di Drigo». «Sono allergico ai latticini — spiega il chitarrist­a — e lì c’è un kit di sopravvive­nza con gallette e altri cibi sicuri».

Il rock dei Negrita è anche impegno. Nulla di studiato. Una ragazza che lavora nell’hotel che li ospita fa la volontaria al Microcitem­ico di Cagliari, ospedale specializz­ato nella cura dei bambini con malattie al sangue, e li ha invitati a fare visita ai piccoli ricoverati. Il furgone riparte. Mascherina e camice sterile. C’è poca voglia di scherzare, alla fine. «Siamo tutti genitori con bambini piccoli», taglia corto Drigo.

Una trentina di date, appuntamen­ti finali il 7 settembre al Forum (dopo il sold out di febbraio) e il 14 a Modena, ma c’è tempo per fare i turisti? «A noi gli Uffizi di notte non ce li aprono», ride Pau.

Un abbraccio e via

Il momento del concerto si avvicina. Dal camerino arrivano strani suoni. «È un metodo americano per scaldare la voce», rassicuran­o Pau e Drigo. Un abbraccio e si corre in scena. Durante il concerto sguardi, risate, pose plastiche... «Quando inizi a sparare c... sul palco vuol dire che i meccanismi sono ben oliati».

La sabbia bianca della spiaggia del Poetto invita a fermarsi dietro le quinte dopo lo spettacolo. C’è anche Francesco Renga, anche lui nel cast del Mondo Ichnusa Festival. Si ride e si scherza, si spizzica qualcosa al buffet. Una volta scattava anche il sigaro: i cubani erano la passione di Pau che, da quando è papà, ha smesso. Sono le 3 di notte e qualcuno si mette alla ricerca di un locale aperto. «L’attività ricreativa post concerto è fondamenta­le — confessa Pau —. Chiringuit­i, posti sulla spiaggia, spesso incontriam­o quelli che erano allo show. Negli anni molti sono diventati amici e ci fanno da ciceroni».

 ??  ?? Frontman Paolo Bruni, in arte «Pau», 45 anni, è frontman e voce dei Negrita. Per la band aretina il successo presso il grande pubblico è arrivato con il singolo «Rotolando verso sud» (2005)
Frontman Paolo Bruni, in arte «Pau», 45 anni, è frontman e voce dei Negrita. Per la band aretina il successo presso il grande pubblico è arrivato con il singolo «Rotolando verso sud» (2005)
 ??  ?? L’attesa A sinistra: la band, il produttore Fabrizio Barbacci e lo staff riuniti a tavola per il pranzo. A destra: un momento delle prove prima dell’inizio del concerto al Mondo Ichnusa Festival a Quartu S. Elena (Fotoserviz­io di Priamo Tolu)
L’attesa A sinistra: la band, il produttore Fabrizio Barbacci e lo staff riuniti a tavola per il pranzo. A destra: un momento delle prove prima dell’inizio del concerto al Mondo Ichnusa Festival a Quartu S. Elena (Fotoserviz­io di Priamo Tolu)
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Solidariet­à Visita in ospedale al reparto che ospita i bambini
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