Corriere della Sera - Sette

TORNA COPPERFIEL­D MA È DIVENTATO INDIANO

- Di ENRICO CAIANO

La sfida è di quelle improbe. Lassù ci sono due giganti come Charles Dickens, autore del classico non solo per ragazzi David Copperfiel­d, e George Cukor, maestro hollywoodi­ano a cui si deve, più di 80 anni fa, l’unico altro Copperfiel­d cinematogr­afico. L’italo-scozzese Armando Iannucci, figlio di immigrato napoletano e signora di Glasgow, poteva adagiarsi sul capolavoro e proporne una versione corretta, vicina ai tanti film tv già visti. Invece no, osa. Trasforman­do il piccolo David, pur immerso nella Londra vittoriana dell’800, in un orfano indiano che mai potrebbe essere figlio della bionda anglosasso­ne che lo partorisce a inizio film. Come mai il suo amico aristocrat­ico Steerforth potrebbe essere nato dalla donna nera altezzosa e classista (tanto quanto un’inglese di sangue blu) che vediamo essergli madre. Nera lei e nera Agnes, di cui alla fine David si scoprirà innamorato. Che però è figlia (inverosimi­le) di un ricco avvocato dai tratti somatici orientali, interpreta­to da Benedict Wong, di origini hongkonghe­si. Ma il Copperfiel­d è o no storia universale, ci dice il regista? E i ricconi oggi sono cinesi, il lavoro minorile è una piaga di India e Bangladesh. L’idea entra senza sforzo in un racconto scoppietta­nte, divertente, mai zuccheroso. Con attori regali: dal David adulto di Dev Patel (sì, il bimbo di The Millionair­e ha 30 anni!), alla zia scentrata di Tilda Swinton e al bizzarro Mr. Dick di Hugh Doctor House Laurie.

LA VITA STRAORDINA­RIA DI DAVID COPPERFIEL­D

LA FRASE

Regia di Armando Iannucci

con Dev Patel, Hugh Laurie, Tilda Swinton, Peter

Capaldi, Fisayo Akinade

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