Ingegno e bizzarrie nelle opere di Filippo e Filippino Lippi
Dalla Madonna Trivulzio di Filippo Lippi ai due tondi del figlio Filippino che raffigurano l’Annunciazione, il percorso della mostra a Palazzo Caffarelli è breve, ma costellato di grazia, invenzione e stravaganza. «Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell’arte del Rinascimento» è un racconto in 26 opere con prestiti raramente concessi, che apre oggi all’ultimo piano di Palazzo Caffarelli dove resterà fino al 25 agosto (piazza del Campidoglio 1). Dipinti, disegni e curiosi documenti d’archivio per conoscere il talento di Filippo, esponente della stagione fiorentina di Cosimo de’ Medici, e del figlio Filippino che a Roma diventa interprete del gusto di fine Quattrocento. In un numero contenuto di opere la mostra riesce a restituire «le eccellenze degli ingegni rari» come si legge nella frase di Giorgio Vasari che la curatrice Claudia La Malfa ha tenuto come ispirazione di questa avventura espositiva promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, organizzata da Associazione MetaMorfosi in collaborazione con Zètema. Se la curatrice ha ricordato come Filippo Lippi abbia fatto arte della sua «esigenza di trasporre la dimensione spirituale in quella mondana e viceversa», il sovrintendente Claudio Parisi Presicce ha sottolineato i rapporti di Filippino con l’antico. Le tavole in mostra di Filippo Lippi sono: Madonna con angeli e committente della Collezione Cini di Venezia, quelle raffiguranti i santi Agostino e Ambrogio, Gregorio e Girolamo dell’Accademia Albertina di Torino, quelle dedicate all’Annunciazione della Vergine e i Santi Antonio Abate e Giovanni Battista provenienti dalla Galleria degli Uffizi, oltre alla già citata Madonna Trivulzio del Castello Sforzesco di Milano. Di Filippino, oltre ai tondi di San Giminiano restaurati per l’occasione: Morte di Lucrezia Romana e Ritratto di giovane uomo entrambi in arrivo da Firenze. Tutti i giorni ore 9.30 19.30. www.museicapitolini.org