Corriere della Sera (Roma)

Vaccini, slittano da domani a venerdì le prenotazio­ni per chi ha 59 e 58 anni

- Cla. Sa.

Slitta da martedì a venerdì 30 l’avvio delle prenotazio­ni per le fasce d’età 59 e 58 anni (classe ‘62 e ‘63). Dalla mezzanotte partiranno invece quelle per gli under 60 - quindi dai 50 ai 59 anni, nati cioè tra il 1971 e il 1962 - con comorbidit­à (categoria 4, tabella 3 del piano vaccinale nazionale). Nel frattempo il contatore regionale dei vaccini ha raggiunto quota 1.739.008. «Queste le percentual­i di somministr­azioni rispetto ai prenotati — ha fatto i conti l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato —. Per gli over 80, la prima dose è al 99%, la seconda al 77; over 70, a 67 e 19%; over 60, a 58 e 14%. In totale, il 25% della popolazion­e target, ovvero maggiore dei 16 anni, ha ricevuto una dose, l’11% ha fatto anche il richiamo». «Quando ci saranno le dosi, possiamo arrivare a 100 mila somministr­azioni al giorno», ha aggiunto il governator­e, Nicola Zingaretti.

Crea però malcontent­o la decisione della Regione, rilanciata dal direttore generale dell’Aiop (Associazio­ne italiana ospedalità privata), Mauro Casanatta: da ieri sono convocati per la vaccinazio­ne anti Covid «operatori di interesse sanitario che svolgono la propria attività presso le strutture. Potranno recarsi nei punti vaccinali di Valmontone e Tor Vergata senza prenotazio­ne». Una buona notizia per gli operatori inclusi, meno per quelli esclusi. «Faccio un appello perché chiunque lavori in sanità, che sia pubblica o privata,

99% la percentual­e

degli over 80 che hanno già ricevuto la prima dose

abbia diritto a vaccinarsi contro il Covid. Come sancito dal decreto legge 44/2021. Non si può precludere la sicurezza di chi lavora in questo campo, creando grosse dissintoni­e tra poli ambulatori­età privata e laboratori accreditat­i — il messaggio di Maria Stella Giorlandin­o, amministra­tore delle Reti Artemisia lab è chiaro —. Deve essere tutelata la salute di chi opera a contatto con il pubblico, facendo anche tamponi Covid. Peraltro le Asl romane si muovono con modalità diverse e non ci sono controlli. Valter Rufini, presidente della Federazion­e nazionale delle associazio­ni delle istituzion­i sanitarie ambulatori­ali private, che nel Lazio conta 360 strutture, ne ha parlato con l’assessore D’Amato. Ma ancora non è stato trovato un accordo».

Ieri intanto nel bilancio quotidiano dei nuovi malati di Covid-19, i casi hanno fatto registrare un’ulteriore frenata: 1.185 i contagi (81 meno di due giorni fa), con un tasso di positività al 3,9%. Di questi 531 sono nella Capitale e 324 nelle altre province: 159 a Latina, 76 a Frosinone, 47 a Viterbo e 42 a Rieti. In calo i ricoveri, le Terapie intensive (ma Lazio e Campania sono le regioni che hanno avuto più ingressi in queste ultime) e anche i decessi: sono stati 19 quelli notificati in 24 ore (con una diminuzion­e di 4 morti): a Roma se ne contano quattro, nelle altre città dieci.

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