«Mascherine all’aperto? Sì, è necessario indossarle ma serve responsabilità»
«Mascherina all’aperto? È necessaria, serve come ogni misura di contenimento del virus, se però viene applicata con responsabilità». Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, coordina da mesi le squadre Uscar, acronimo per Unità speciale di continuità assistenziale, ovvero i team di medici e infermieri che si occupano di zone rosse e tamponi, organizzate da Spallanzani e Regione.
Ritiene utile l’obbligo di mascherine per tutto il giorno?
«Certo, tutte le misure di contenimento sono utili, non amo le restrizioni per i cittadini, ma i contagi salgono e noi operatori sanitari siamo tutti molto preoccupati».
Dottor Bartoletti, sarete sul campo anche per eventuali mini-lockdown? Come saranno organizzati?
«Il protocollo di intervento è già pronto e, in qualche modo,
le operazioni di tracciamento dei casi che stiamo svolgendo nelle scuole sono simili. Hai una comunità e devi testarla».
In quale scenario potrebbero scattare le chiusure?
«Se hai un numero circoscritto di presunti contagi, un piccolo cluster, lo puoi monitorare più facilmente se lo chiudi, che sia un palazzo o un’area geografica. Si isola provvisoriamente, poi procediamo ai tamponi. Il problema nasce quando si rischia di perdere
il link».
Ci può fare un esempio?
«Penso al focolaio di Formia: un banditore d’asta era positivo e abbiamo dovuto rintracciare tutti i presenti al mercato ittico. Siamo stati operativi per 24 ore di seguito. Così si genera solo panico e noi non lo vogliamo».
In casi simili, però, bisogna agire con rapidità.
«Certo: dobbiamo intervenire rapidamente, ma senza terrorizzare le persone con le nostre tute che ci fanno sembrare i protagonisti di un film dell’orrore. La malattia deve avere un basso impatto sociale, bisogna tranquillizzare i cittadini che devono avere comportamenti responsabili».
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Il medico
Tutte le misure di contenimento sono utili, ma i contagi salgono e siamo molto preoccupati