Prati e Trionfale, invasione delle reti per buche e alberi
Le recinzioni abbandonate e piene di rifiuti. I residenti protestano
In via Trionfale il bandone arancione occupa due posti auto sulla strada. All’interno si vede un riquadrato di asfalto più scuro. È così all’incirca da un mese. «Sono venuti a riparare una perdita d’acqua», racconta un negoziante, «e poi hanno lasciato tutto così. Non si è più visto nessuno». In via degli Scipioni, invece, il «pollaio», come ormai viene chiamato comunemente dai romani è sulle strisce pedonali: in questo caso la colpa è dell’asfalto sconnesso.
Prati, Trionfale e Della Vittoria sono pieni di questa sorta di reti di plastica: e gli abitanti continuano a fare segnalazioni. «Da un paio di anni ce ne sono tantissimi», dice Daniela Brignone, amministratrice del gruppo «Prati in azione», «rimangono così quasi dimenticati, poi le reti si afflosciano e vengono riempite di spazzatura, poi le ritirano su, ma non si ripara il motivo per cui sono state messe. È un paesaggio urbano deturpato soprattutto il quartiere della Vittoria, lungo viale Angelico. Ce ne sono anche un paio di storiche recinzioni a via Oslavia, le abbiamo segnalate decine di volte, ma non c’ è verso di vedere terminati i lavori».
Lungo viale Angelico i bandoni servono soprattutto per proteggere dalle cadute per le radici degli alberi. In viale Mazzini ed in via Marcello Prestinari per indicare i tombini sollevati e con accanto delle buche. In piazza Risorgimento per contenere (se possibile) il muretto dell’aiuola divelto in parte. In via dei Bastioni di Michelangelo per indicare un tronco tagliato. Ed ovunque stanno lì da tempo.
«Il “pollaio arancione” è la prima cosa che la polizia locale o i nostri addetti alla manutenzione che sorvegliano le strade, mettono per la sicurezza dei cittadini», spiega l’assessore ai lavori Pubblici del I Municipio, Jacopo Emiliani Pescetelli, «ma poi si apre tutto il dibattito delle competenze, ovvero a chi spetta la riparazione». La strada, infatti, può essere di competenza del Campidoglio, dell’ufficio Simu, oppure del Municipio, ed in questo caso la riparazione è più veloce, soldi permettendo: «Noi abbiamo le nostre ditte ed in genere cerchiamo di intervenire massimo in dieci giorni. Ma nel caso dei tombini, ad esempio, la responsabile è l’Acea», spiega ancora Emiliano Pescetelli, «mentre per le radici degli alberi è il dipartimento Ambiente: in questo caso noi ci limitiamo ad illustrare le problematiche». Che non sono poche, in particolare per le radici: decine di sopralluoghi, di agronomi ed esperti per capire se possono essere tagliate o meno, se invece fanno parte della tenuta dell’albero non possono essere tagliate, e quindi non si fanno i lavori sul marciapiede.
Inoltre se il problema è sull’asfalto è un conto, ma se invece ci sono i lastroni bisogna andare alla ricerca di quelli identici ed ordinarli... e così i tempi si allungano ed il «paesaggio urbano» si colora di un brutto e triste arancione traforato.
Vie e marciapiedi Sono tantissimi i piccoli cantieri recintati tra viale Angelico, viale Mazzini, piazza Risorgimento, via Marcello Prestinari e via Oslavia