Roma, Fonseca e anno zero Sono in discussione anche Dzeko e Kolarov
Paulo Fonseca, prima della partita di campionato contro la Juventus, era apparso molto preoccupato e aveva parlato di «anno zero» nella costruzione della nuova Roma. Dopo la partita di Coppa Italia, per colpa della netta sconfitta e dell’infortunio di Diawara, la situazione si è fatta ancora più tesa e lo scontento del mister portoghese ancora più chiaro. Ha chiesto almeno due acquisti al mercato di riparazione, ha parlato di chiari limiti di qualità degli attaccanti nelle finalizzazioni e ha apertamente criticato Kluivert e Under per lo scarso apporto difensivo nel primo tempo. È destino dei più giovani, molto spesso, ricevere le critiche che meriterebbero anche i più anziani. Una forma di «nonnismo» che nel calcio non passa mai di moda, ma che rischia di creare una spaccatura in spogliatoio. Sembrava un gruppo perfetto, di soli amici, ma le difficoltà rovinano sempre le fotografie da Mulino Bianco. Oggi nessuno oserebbe dire che questa squadra «è difficilmente migliorabile».
I fatti hanno certificato il fallimento della doppia trattativa che ha mandato Schick in prestito al Lipsia (4 gol nelle ultime 6 presenze) e portato Kalinic a Trigoria (ultimo gol il 16 gennaio 2019 e un ingaggio da 2,5 milioni). Un disastro anche sul piano della carta d’identità.
Nessuno è più intoccabile, nemmeno i senatori. Kolarov non dovrebbe perdere il posto nel derby (Spinazzola potrebbe giocare a destra), ma dal rinnovo del contratto per un altro anno non ha più giocato una partita convincente. Ancora più «pesante» la situazione contrattuale di Dzeko, legato per due anni e mezzo a cifre insostenibili (5,5 milioni netti più facili bonus) se la Roma non si qualificherà per la prossima Champions. Il quarto posto vale più di uno scudetto. Se la Roma ci arriverà, però, non potrà rimandare una vera rivoluzione, che deve partire dallo svecchiamento della rosa. A Friedkin l’arduo compito, con quale staff tecnico e dirigenziale non si sa.