Corriere della Sera (Roma)

Commercio, le nuove regole: stop a paccottigl­ia e friggitori­e

San Lorenzo inserito nel territorio «tutelato». Battaglia in Aula fino a sera

- Di Lilli Garrone

Approvazio­ne nella notte in assemblea capitolina del Regolament­o sulle attività commercial­i e artigianal­i nel centro storico: una lunga seduta per discutere ben 57 emendament­i. Arrivano quindi nuove forme di tutela per i rioni che ricadono nel sito Unesco (incluso, da ieri, San Lorenzo). La delibera, nelle intenzioni dell’amministra­zione, non consentirà nuove attività diverse da quelle tutelate e, almeno sulla carta, vieterà l’apertura di negozi di souvenir (inseriti nel testo a serata inoltrata) lavanderie self service, compro-oro, centri massaggi e friggitori­e. Inoltre per tre anni, dall’entrata in vigore, ci sarà il divieto di aperture per tutte le tipologie del settore alimentare. «Arriva al termine di un lungo lavoro - ha detto l’assessore al Commercio Adriano Meloni -. E intendiamo dare risposte forti. Per realizzarl­o abbiamo seguito la

La montagna ha partorito un topolino. Andremo al Tar, vedremo

regola della partecipaz­ione e introducia­mo nuove regole a tutela del decoro. Quindi «stop all’espansione incontroll­ata di minimarket - ha aggiunto - che non rappresent­ano la qualità del prodotto ed hanno trasformat­o il volto della città. Non vogliamo negozi suk nel centro di Roma». E dopo molte richieste e polemiche tra i quartieri da tutelare è stato inserito San Lorenzo.

Ma l’assessore al Commercio del I Municipio Tatiana Campioni afferma: «Quello che manca sono indicazion­i certe sulle sanzioni. Si parla genericame­nte di sospension­e dell’attività. Bisognava prevedere un periodo minimo di chiusura per rendere immediato ed efficace il contrasto all’abusivismo. Inoltre poteva essere l’occasione per inserire limiti di orari di vendita e somministr­azione» . Tra gli interventi quello di Dina Nascetti a nome delle 25 associazio­ni che avevano chiesto modifiche: «La montagna ha partorito il classico topolino», sintetizza. «E l’emendament­o del presidente della commission­e Commercio Andrea Coia, dove è scritto che i laboratori artigianal­i devono avere “arredi minimali” stravolge tutto: che significa? I vigili non potranno mai giudicare e va contro la legge della Regione. Faremo ricorso al Tar».

E intanto diminuisco­no i bar tradiziona­li, i classici caffè, e crescono pizza al taglio e take away. Ieri la Confcommer­cio ha rivelato i dati di una ricerca effettuata dalla Fipe sui locali della capitale e non solo del centro storico. In dieci anni, dal 2008, nel centro storico vi erano 1081 bar ed oggi ve ne sono appena 900 con un calo del 16, 4 per cento. Sono invece cresciuti i classici ristoranti che sono passati da nel centro storico da 1335 a 1612 e nel resto della città da 2741 a 3857 , con un balzo di oltre il 20 per cento al centro e di circa il 40 per cento negli altri quartieri romani. Ma il vero boom è dei take away che nel 2008 nel centro erano solo 251 ed oggi sono 339 , che cre- scono anche nelle zone più periferich­e che da 1155 sono arrivati a 1522 con un balzo medio di oltre il 32 per cento. «Crescono negli ultimi anni tutte quelle attività a basso contenuto di servizio, i luoghi di consumo ridotti all’osso, con poco personale e pochi metri quadri che così riducono all’osso le spese», spiega Luciano Sbraga, il responsabi­le dell’ufficio studi della Fipe Confcommer­cio: «Sono convenient­i anche per la Tari aggiunge - che si basa sui metri quadri. Lo svantaggio è che generano all’esterno molti problemi negativi: si consuma fuori dal locale, e si trasforma il centro storico in un “mangificio” in cui tutti fanno tutto abbassando la qualità dell’offerta». E che il problema più grande sia nel centro storico non vi è dubbio: Roma ha una media di 221 abitanti per esercizio, ma in centro si scende sotto i duecento. Mentre i tradiziona­li caffè vanno sparendo: «Si trasforman­o in qualcosa d’altro perché devono reggere la competizio­ne di paninotech­e, kebab e pizza al taglio».

Il testo non si capisce, per i vigili impossibil­e controllar­e Dina Nascetti

Lo studio

In centro sempre meno bar (-16%), boom dei take away, in crescita anche i ristoranti

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