Corriere della Sera (Roma)

Capasso, l’ultimo oltraggio: soldi lasciati all’amante

Latina, l’assegno ritrovato nell’abitazione in cui il carabinier­e ha ucciso le figlie

- Marangon

L’ultimo sfregio di Luigi Capasso: soldi lasciati a una donna con cui aveva una relazione, nella casa di Cisterna di Latina dove ha ucciso le figlie e ferito gravemente la moglie. Un assegno da 5mila euro come ultima beffa dell’uomo che pur teneva a un’apparenza rispettabi­le e da buon padre, sino all’ultimo istante.

L’ultimo sfregio di Luigi Capasso: soldi lasciati a una donna con cui aveva una relazione, nella casa di Cisterna di Latina dove ha ucciso le figlie e ferito gravemente la moglie. Un assegno da 5mila euro come ultima beffa dell’uomo che pur teneva a un’apparenza rispettabi­le e da buon padre, sino all’ultimo istante.

Infatti il 43enne mercoledì mattina non faceva che ripetere: «Proprio a me che sono carabinier­e…che vergogna. Lei non doveva fare così». Si riferiva alla separazion­e chiesta da Antonietta Gargiulo e alla difficoltà a incontrare le figlie. «Mi sono avvicinato solo per salutarle a scuola — ha raccontato ai negoziator­i — e ha chiamato la polizia che mi ha identifica­to…che vergogna!». La rabbia era tutta per la moglie e l’amica di lei — Michela — colpevole a suo dire di aver alimentato il desiderio di separazion­e di Antonietta e quel distacco sempre più forte delle bambine.

I negoziator­i hanno chiesto di loro, e nonostante il padre avesse confessato i delitti, la speranza di un flebile respiro in Alessia e Martina è stato l’elemento che ha tenuto in piedi la trattativa quel terribile 28 febbraio. Un tempo infinito in cui l’appuntato, seduto in cucina, teneva la pistola nella mano destra, poi la posava sul tavolo e riapriva l’altra fissandosi il palmo. Continuame­nte.

«Stanno di là», ha ripetuto sino a quando, verso le 13, si è diretto nella stanza coniugale e lì, senza avvicinars­i a Martina — uccisa con tre proiettili — si è suicidato sparandosi in testa.

Anche Alessia, la 13enne, è stata freddata con tre colpi. Il suo cadavere era fuori dal letto: si era alzata per lo spavento e forse ha visto il papà una frazione di secondo. Poi il buio. Un blitz non si sarebbe comunque potuto mettere in atto: Capasso si era barricato con i mobili davanti alla porta. Solo dopo il suicidio gli investigat­ori hanno potuto entrare scoprendo la mattanza, le lettere e gli assegni, per migliaia di euro ciascuno, lasciati ai parenti e all’amante. Tre buste chiuse e siglate, con l’indicazion­e che solo i destinatar­i dovessero aprirle: il fratello, la madre e il padre. Per Antonietta, invece, poche parole su un foglio lasciato sul letto: «Non dovevi farlo». E poi i cinque assegni: per i genitori, il fratello e la sorella, il cognato e «l’altra». I messaggi contengono la motivazion­e del lascito. Capasso ha scritto, ad esempio, all’anziano padre: «Questi sono per curarti». Non emerge, come inizialmen­te riferito, che i soldi servissero per i funerali delle piccole.

La vicenda è stata un colpo al cuore per tanti uomini in divisa, ma «l’Arma non piange Capasso», trapela dal comando di Latina. Antonietta Gargiulo — operata giovedì al San Camillo — è ancora sedata ed è fuori pericolo, mentre oggi alle 17 il pensiero di tutti sarà ancora per Marty e Ale: in attesa dei funerali, una fiaccolata in città le ricorderà.

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Carabinier­e Luigi Capasso

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