Carandini: idea complessa ma zero dialogo
L’esperto interviene dopo la proposta dell’assessore Bergamo
Al presidente del Fai, Andrea Carandini, non piace molto l’idea dell’assessore alla Cultura Luca Bergamo di accostare il Central Park di New York all’area archeologica centrale di Roma con annessi i rioni Monti e Aventino e le Terme di Caracalla. «Il Central Park - osserva Carandini - nasce come un’area naturalistica che si inserisce perfettamente nell’urbanistica di New York, noi abbiamo il cuore di una metropoli antica che deve convivere con una Capitale». E poi: «Il Comune non ha ancora nominato il suo membro del Comitato scientifico del parco archeologico del Colosseo e alle riunioni non si è visto nessuno. Come si può proporre qualcosa senza collaborare?».
Al presidente del Fai, Andrea Carandini, non piace molto l’idea dell’assessore alla Cultura Luca Bergamo di accostare il Central Park di New York all’area archeologica centrale di Roma con annessi i rioni Monti e Aventino e le Terme di Caracalla.
Carandini, che per anni si è occupato degli scavi del Palatino, traccia il paragone tra i due scenari: «Il Central Park nasce come un’area naturalistica rettangolare che si inserisce perfettamente nell’urbanistica di New York, noi a Roma abbiamo il cuore di una metropoli antica che deve convivere con una Capitale». Il professore che è stato presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali dal 2009 al 2013, è nel Comitato scientifico della direzione del Parco archeologico del Colosseo: «La città è una realtà complessa che ha bisogno di approfondimenti culturali, non c’è bisogno di una battuta», osserva Carandini riferendosi al clima da campagna elettorale. Ma la questione che stride è un’altra: «Il Comune non ha ancora nominato il suo membro del Comitato scientifico del parco archeologico del Colosseo e alle riunioni non si è visto nessuno. Come si può proporre qualcosa senza collaborare?». L’area dei Fori è in parte gestita dal ministero dei Beni Culturali e in parte dal Campidoglio, con il Foro della Pace diviso a metà tra due competenze e nel comitato scientifico sono previste tutte queste istituzioni. «Il Comune non manda suoi rappresentanti a discutere e confrontarsi con noi come se ci fosse un clima ostile che, per me, non esiste - precisa l’esperto -. Eppure la presenza di un delegato del Campidoglio in questi ambiti ha un peso importante».
Sull’accesso gratuito ai romani ai Fori Carandini si trova d’accordo: «L’idea è buona, ma proposta con queste modalità rischia di sembrare evanescente, anche se non si capisce perché l’acqua pubblica si deve pagare e l’archeologia no». E in ogni caso «bisogna capire come aprire i Fori e come spiegarli ai turisti - aggiunge -. I resti devono essere comprensibili a tutti, compresi indiani e cinesi, ma fino al 2012 non c’erano neanche le didascalie. Oggi bisogna fornire spiegazioni diversificate».
Paragoni «Non si capisce perché l’acqua pubblica si deve pagare e l’archeologia no»